Curiosamente, lo studio che ha confermato ancora una volta i benefici delle dieta mediterranea non è italiano o europeo, ma proviene dall’oriente. Sono infatti i ricercatori dell’Università di Tokio in Giappone ad aver condotto questa ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sull’European Journal of Neurology.
Partendo dal presupposto, suggerito da alcune ricerche, che la malattia di Parkinson potrebbe avere origine anche a causa dello stress ossidativo – spesso indotto proprio da una dieta scorretta – i ricercatori hanno voluto indagare su quali fossero le differenze nel rischio di malattia seguendo diversi tipi di alimentazione.
Gli autori dello studio hanno dunque analizzato le abitudini alimentari di 249 pazienti affetti dalla malattia di Parkinson. Le informazioni dettagliate riguardo la dieta seguita dai pazienti sono state poi confrontate con quelle relative alle abitudini alimentari di 368 persone sane.
In base ai dati ricavati, le diete seguite dalle persone oggetto dello studio sono state suddivise in tre categorie:
- “Dieta sana”, quella che prevedeva un maggiore consumo di vegetali come frutta, verdura, legumi eccetera – ma che comprendevano anche olio, pesce, funghi, alghe.
- “Dieta occidentale”, quella che prevedeva un maggiore consumo di carni rosse, carni lavorate, alti livelli di grassi animali eccetera.
- “Dieta leggera”, una via di mezzo tra quella sana e quella occidentale.
Chi invece seguiva le altre due diete non hanno mostrato di beneficiare di alcun effetto protettivo nei confronti della malattia.
«Un regime alimentare costituito da un elevato consumo di verdura, frutta e pesce può essere associato a un ridotto rischio di malattia di Parkinson», concludono i ricercatori. (lm&sdp)
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