martedì 2 ottobre 2012

La Dieta Mediterranea italiana in un portale



Il termine “Dieta Med-Italiana” è stato coniato un anno fa dai referenti di un progetto dell’Istituto Costa (oggi “Galilei Costa”) di Lecce con l’intenzione di creare una forma semplificata e contratta di “Dieta Mediterranea Italiana”, ossia la versione squisitamente nostrana dello stile di vita e del regime alimentare più sano e famoso che ci sia. Tutto è iniziato dalla ferma convinzione che una delle leve più importanti su cui bisogna agire per uscire dalla crisi è proprio quella legata alla valorizzazione della “tripla A” di agricoltura, alimentazione e ambiente, ossia si potrà risollevare l’economica locale e nazionale, secondo i promotori, lavorando non più sull’alta finanza e sulle speculazioni in borsa ma, al contrario, sui mercati reali e concreti di alcuni dei nostri beni più conosciuti ed apprezzati al mondo: i prodotti agro-eno-gastronomici, in pieno regime di ecosostenibilità.

Durante questo primo anno di attività, impegnati nel dare il proprio contributo alla diffusione oltre confine delle particolarità e delle qualità della Dieta Mediterranea e nell’organizzazione dell’edizione zero del “Festival della Dieta Med-Italiana”, i responsabili salentini si sono resi conto della mancanza in Italia di un unico centro di informazione in grado di fornire notizie e dati relativi alla ricca e diversificata attività svolta su tutto il territorio nazionale da parte di istituzioni, organizzazioni, centri di ricerca, singoli espertii, etc., a favore della valorizzazione e della diffusione dello stile di vita e nutrizionale mediterraneo,

Da qui l’idea di realizzare sia un portale web ex novo che un nuovo service con due obiettivi primari:

  •  raccogliere e pubblicare ogni genere di informazione relativa alla Dieta Mediterranea in Italia rendendola fruibile a tutti;
  • fornire agli enti, alle organizzazioni, ai ricercatori e ai media impegnati su questo fronte un nuovo e potente strumento di comunicazione in grado di amplificare su tutto il territorio nazionale e, soprattutto, all’estero le iniziative intraprese ed i traguardi raggiunti.


Il nuovo portale, che avrà come slogan “E’ cosa buona e giusta …e sana”, risiederà all’indirizzo www.dietameditaliana.it (mentre la versione internazionale, in lingua inglese, sarà su www.meditaliandiet.it con lo slogan “Italians do EAT better) e, oltre alla pubblicazione delle caratteristiche fondamentali degli alimenti e dei comportamenti legati allo stile mediterraneo, offrirà informazioni dettagliate su:
-         enti, organizzazione e centri di ricerca italiani che hanno fra i propri obiettivi la valorizzazione e la diffusione della dieta mediterranea;
-         responsabili e ricercatori italiani particolarmente impegnati in questa attività;
-         iniziative ed eventi (convegni, studi, seminari, esposizioni, …) organizzati su tutto il territorio nazionale e persino le partecipazioni delle strutture italiane agli eventi internazionali;
-         news in tempo reale relative a scoperte scientifiche, avvenimenti, pubblicazioni, iniziative, etc.;
-         attività e pubblicazioni a cura dei media (stampa, radio, tv, web, …) sempre a favore della conoscenza e della promozione della dieta mediterranea.

Mentre sul fronte dei servizi da offrire agli utenti, sono previsti:

  •  una capillare e attenta attività di social media marketing;
  •  la diffusione di una newsletter in lingua italiana ed inglese;
  •  l’attività di mail marketing sul territorio nazionale e all’estero;
  •  l’invio di comunicati stampa ai media italiani ed internazionali.


I realizzatori del progetto sono già al lavoro e stanno testando la versione beta (sperimentale) della loro nuova “creatura”.

Spazio ai giovani, quindi, alle loro idee, alla loro intraprendenza e al loro sapiente e mirato utilizzo delle più innovative tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT).

Alcuni riferimenti utili:
Versione italiana di Dieta Med-Italiana (in lavorazione): www.dietameditaliana.it
Versione internazionale (in lavorazione): www.meditaliandiet.it

Grazie per l’attenzione e buon lavoro.

mercoledì 19 settembre 2012

Gli italiani fanno ancora troppi errori a tavola

«Gli italiani fanno ancora troppi errori a tavola». Così Andrea Ghiselli, ricercatore dell'Istituto Nazionale di Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione (Inran), sintetizza i risultati dell'Indagine nazionale sui consumi alimentari in Italia condotta dall'Istituto su oltre tremila persone fra il 2005 e il 2006, i cui risultati definitivi sono stati pubblicati di recente.

INDAGINE – I partecipanti sono stati arruolati in tutto il Paese ed è stato chiesto loro di compilare un diario alimentare per tre giorni consecutivi, bilanciando giorni festivi e feriali e ripetendo la rilevazione in diversi momenti dell'anno per tenere conto della variabilità stagionale. Uno dei risultati più evidenti è che nonostante tutte le raccomandazioni a non farlo, tuttora trascuriamo la colazione: c'è chi beve solo un caffè, chi magari aggiunge due biscotti, così in media il primo pasto della giornata è meno abbondante del dovuto. «Dovremmo introdurre il 20 per cento delle calorie, arriviamo appena all'11 per cento. Risultato, a pranzo siamo affamati e mangiamo di più – riferisce Ghiselli –. Poi, per correre ai ripari e smaltire il peso, si fa un altro sbaglio: anziché ridurre in modo equilibrato l'apporto calorico la maggioranza taglia solo pane e pasta, senza diminuire proteine e grassi che consumiamo in eccesso». Il pranzo resta il pasto più amato, visto che introduciamo a mezzogiorno circa il 43 per cento delle calorie giornaliere; poi però, complice la colazione scarsa, a cena esageriamo e arriviamo al 38 per cento delle calorie, decisamente troppe per il pasto che precede il riposo.

ALIMENTI – E se la distribuzione dei pasti non è ideale, non va meglio con le scelte alimentari: per il consumo di frutta e verdura, con 418 grammi al giorno, siamo appena sopra al minimo sindacale indicato dalla FAO (400 grammi). Il frutto preferito degli italiani è la mela, mentre le verdure che scegliamo più spesso, escludendo il pomodoro in tutte le sue forme (come le conserve) sono lattuga e carote. Ci confermiamo amanti di pasta, pane e pizza che la fanno da padroni sulle nostre tavole: oltre il 90 per cento del campione li ha portati in tavola almeno una volta nei tre giorni dell'indagine e in media mangiamo quasi un etto di pane al giorno a cui si aggiungono 50 grammi di pasta. Fra i formaggi stravince la mozzarella, il merluzzo è il pesce preferito dalla maggioranza. Tuttavia pesce e uova, alimenti salutari e buoni, vengono consumati una volta alla settimana soltanto dal 70 per cento degli italiani. Che oltretutto snobbano i legumi, fra i cibi più salutari a nostra disposizione: li mangia una volta a settimana solo un italiano su tre.

TROPPA CARNE – In compenso è davvero troppa la carne, fresca e conservata: mangiamo in media 700 grammi di carne rossa alla settimana, mentre l'International Agency for Research on Cancer consiglia di limitarsi a 400 per non aumentare il rischio di tumore. Amiamo soprattutto la carne di bovino, rispetto al pollo e altre carni bianche: insomma, un vero disastro. «Introduciamo il doppio delle quantità raccomandate di salumi e in media una porzione di carne al giorno mentre i legumi, fonte di proteine e preziose fibre, li mangiamo meno di una volta alla settimana – spiega Ghiselli –. Basterebbe sostituire due-tre porzioni di carne con fagioli, lenticchie o ceci per migliorare l'alimentazione e anche dimagrire: abbiamo infatti il poco invidiabile primato della popolazione più sovrappeso d'Europa». Questo probabilmente anche grazie all'amore per le bevande zuccherate: il 10-15 per cento degli italiani consuma quotidianamente bevande a base di cola o succhi di frutta, un vero concentrato di calorie. (fonte: Elena Meli)

sabato 15 settembre 2012

Michelle Obama invitata il 27 ottobre in Italia per la Dieta Med-Italiana


Salento – Dopo l’atto ufficiale di assegnazione onoraria dell’ulivo di 1.400 anni denominato “La Regina” alla First Lady Usa Michelle Obama firmato la primavera scorsa, è giunto il momento di passare, come dire, alla sostanza e per sabato 27 ottobre 2012 è stata infatti fissata la data per celebrare il “Michelle Obama Med-Italian Diet Day”, ossia la giornata in cui saranno raccolte le olive del “suo” albero, saranno molite e sarà prodotto e imbottigliato l’ottimo olio extravergine destinato a condire per un anno la vita della famiglia Obama.

Arriva così a compimento la promessa fatta il 25 maggio scorso, quando, nell’ambito del Festival della Dieta Med-Italiana, la Provincia di Lecce, l’Istituto Costa, la Camera di Commercio, la Coldiretti, la Cooperativa Sant’Anna e la proprietaria dell’albero, la sig.ra Ines Maria Antonucci, hanno firmato l’atto di assegnazione e hanno annunciato che tutto l’olio nuovo che sarebbe stato prodotto dall’ulivo ultramillenario di Michelle Obama sarebbe poi stato consegnato alla First Lady e alla sua famiglia.

Michelle Obama e le sue due figlie hanno già ricevuto l’invito ufficiale da parte della Provincia di Lecce ma, dato che le elezioni presidenziali americane avranno luogo proprio nella settimana successiva, e precisamente il 6 novembre, probabilmente la First Lady sarà impegnata al fianco del marito, a meno che una visita in Europa non possa addirittura contribuire in qualche modo alla campagna elettorale. Sono stati invitati a partecipare in prima persona alla particolare iniziativa del 27 ottobre anche l’ambasciatore americano a Roma David Thorne ed il console generale a Napoli Donald L. Moore.

Ad accogliere gli illustri ospiti e a curare la giornata saranno i promotori dell’iniziativa, Antonio Gabellone e Francesco Pacella (rispettivamente presidente e assessore all’agricoltura della Provincia di Lecce), Addolorata Mazzotta (dirigente dell’Istituto Galilei Costa) con i docenti della scuola referenti del progetto “Dieta Med-Italiana”, Alfedo Prete (presidente della Camera di Commercio), Pantaleo Piccinno (presidente di Coldiretti Lecce), Michele Doria (presidente della Cooperativa Sant’Anna), Ines Maria Antonucci (proprietaria del terreno che ospita l’albero monumentale), il tutto insieme alle autorità locali quali il Prefetto Giuliana Perrotta, il sindaco di Lecce Paolo Perrone, il sindaco di Vernole Mario Mangione, il delegato provinciale all’istruzione Antonio Del Vino e la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Marcella Rucco.

Questo importante evento è inserito nel contesto dell’ “Autunno della Dieta Med-Italiana”, una ricca kermesse di iniziative che, nei prossimi mesi di ottobre, novembre e dicembre contribuiranno ad accentuare l’interesse degli esperti e del pubblico sulle proprietà e sui benefici della Dieta Mediterranea nostrana.

Sabato 27 ottobre, quindi, a partire dal mattino, gli studenti della classe 4B dell’Istituto Costa (da quest’anno “Istituto Galilei Costa”) con la partecipazione di una rappresentanza di alunni delle scuole elementari e medie di Vernole e con la guida e l’aiuto dello staff esperto di Coldiretti Lecce, raccoglieranno tutte le olive della “Regina”, le quali saranno poi trasportate presso il frantoio della Cooperativa Sant’Anna di Vernole dove saranno molite e dove sarà prodotto ed imbottigliato, sempre in giornata, il preziosissimo nettare d’oro verde.

Ricordiamo che il motivo per cui le autorità del territorio salentino hanno deciso di riservare a Michelle Obama un tale “premo” risiede nel grande impegno con cui in questi ultimi anni la First Lady si è prodigata a promuovere in America, soprattutto alle nuove generazioni e alle famiglie, uno stile di vita basato sui dettami della Dieta Mediterranea attraverso il suo movimento “Let’s move!”. Uno stile di vita che comprende sia una sana e buona alimentazione che una maggiore e più intensa attività fisica. Il prestigioso riconoscimento è carico di significati, a partire dal simbolo “ulivo” in sé, che rappresenta da sempre un emblema di pace, di fratellanza e di sostenibilità ambientale. Non meno importante poi l’età della pianta, stimata ad essere non inferiore a 1.400 anni, che così rappresenta una grande icona di importanza storica e italiana.

sabato 1 settembre 2012

Il cibo spazzatura danneggia il cervello

Mangiare il cibo cosiddetto spazzatura fa male, si sa. Fa male all’apparato cardiocircolatorio e a quello digestivo – anche questo si sapeva. Quello che invece forse non si sapeva è che il cibo spazzatura può anche favorire il declino cognitivo e la demenza.

Il danno al cervello causato dalla dieta scorretta avverrebbe per via indiretta, suggerisce lo studio dei ricercatori statunitensi della Brown University. Per via indiretta perché il cibo spazzatura va a provocare un aumento dei livelli di colesterolo e della pressione arteriosa. Questo processo va a limitare o interrompere il flusso di sangue che giunge al cervello: da qui il danno e la possibile conseguenza in perdita di capacità cognitiva.

In base a quanto riportato da New Scientist, la dottoressa Suzanne de la Monte e colleghi della Brown hanno condotto uno studio, prima su modello animale e poi sull’uomo, che mette in evidenza il ruolo dei grassi e degli zuccheri nel controllo dell’insulina da parte del cervello, arrivando a ipotizzare che, in qualche modo, l’Alzheimer potrebbe essere una sorta di “diabete del cervello”.
Analogamente a quanto avviene nell’organismo quando si sviluppa una resistenza all’insulina – il processo che presiede alla conversione del glucosio in energia – anche il cervello ha bisogno dell’insulina per regolare le sostanze chimiche cerebrali che presiedono alle funzioni quali la memoria e l’apprendimento. Allo stesso questo processo modo è importante per creare, mantenere e rafforzare le connessioni neurali, così come mantenere in salute e attivi i vasi sanguigni che portano l’ossigeno al cervello.

In base al loro studio, i ricercatori hanno dunque ipotizzato che il cibo spazzatura possa avere un ruolo nella malattia di Alzheimer, giacché andrebbe a impedire alle cellule cerebrali di rispondere in modo adeguato all’insulina. Lo hanno pensato dopo aver testato gli effetti di un composto che impediva al cervello dei topi di utilizzare l’insulina.
L’effetto di questa privazione non si fatto attendere e ha mostrato sorprendenti risultati.
I topi «sono diventati dementi – ha commentato de la Monte – Non potevano apprendere o ricordare».

Infine, dopo che gli autori hanno testato gli effetti di una dieta ricca di grassi e zuccheri su volontari umani, hanno constatato che dopo un mese di assunzione di cibo spazzatura i livelli di insulina e beta-amiloide (la nota placca indice della malattia di Alzheimer) erano aumentati.
Se dunque il cibo spazzatura che è ritenuto una delle cause di diabete di tipo 2 può anche essere causa del “diabete del cervello” e provocare la demenza o l’Alzheimer, i ricercatori si dicono preoccupati perché i casi di diabete di tipo 2 sono in costante aumento nel mondo, così come quelli di demenza, e si stanno trasformando in una vera e propria epidemia.
Qualcuno ha ancora voglia di cibo spazzatura? (fonte: lm&sdp)

venerdì 17 agosto 2012

Le nostre ossa sono difese dalla Dieta Mediterranea!

Il problema delle ossa fragili interessa molte più persone di quanto si possa credere. Sono molte, per esempio, le donne con l’osteoporosi – ma anche gli uomini non ne sono esenti. Poi, la perdita di densità minerale ossea che interessa le persone anziane espone a tutta una serie di rischi, tra cui la predisposizione alle fratture.

Se prevenire è meglio che curare, cosa c’è di meglio che prevenire in modo semplice e piacevole? Un modo che soddisfa questi requisiti è la dieta mediterranea che, se ricca di olio extravergine di oliva, può davvero promuover la salute delle ossa. Questo, per lo meno, secondo un nuovo studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, la rivista ufficiale della Endocrine Society.

I ricercatori spagnoli sono partiti dal constatare che in Europa l’incidenza di osteoporosi è inferiore rispetto agli altri continenti. Un motivo ci deve essere, si saranno detti gli scienziati, e così hanno ipotizzato che questo potesse ritrovarsi nella dieta mediterranea che comprende un buon apporto di olive e olio da esse derivato.
«L’assunzione di olio d’oliva è stata posta in relazione alla prevenzione dell’osteoporosi in modelli sperimentali e in vitro – spiega il dottor José Manuel Fernández-Real dell’Ospedale Dr. Josep Trueta di Girona, e autore principale dello studio – Questo è il primo studio randomizzato che dimostra che l’olio d’oliva conserva le ossa, almeno come si evince dai marcatori ossei circolanti negli esseri umani».

Tutti i partecipanti appartenevano a uno studio nazionale a lungo termine volto a valutare l’effetto della dieta mediterranea nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Si tratta di uno studio per gruppi paralleli, randomizzato e controllato, che prende il nome di “Prevencion con Dieta Mediterranea” (PREDIMED). Da questo studio, i ricercatori hanno preso a caso 127 persone di età compresa tra i 55 e gli 80 anni. I soggetti non presentavano diagnosi di precedenti malattie cardiovascolari, tuttavia erano stati oggetto di diagnosi di diabete di tipo 2 o presentavano almeno tre fattori di rischio cardiovascolare come ipertensione, dislipidemia (un’elevata presenza di grassi nel sangue) o una storia familiare di malattie cardiovascolari premature.

I volontari sono poi stati suddivisi a caso in tre distinti gruppi.
Gli appartenenti al primo gruppo avrebbero seguito la dieta mediterranea integrata di frutta secca; gli appartenenti al secondo gruppo quella integrata da olio extravergine di oliva; gli appartenenti al terzo e ultimo gruppo una dieta povera di grassi.
All’inizio e durante il periodo di follow-up sono stati prelevati a digiuno dei campioni di sangue per analizzare i livelli di biochimici di osteocalcina, glucosio, colesterolo totale, colesterolo HDL e trigliceridi.

Le analisi condotte hanno permesso ai ricercatori di rilevare che negli appartenenti al gruppo “olio d’oliva” vi era un significativo aumento delle concentrazioni di osteocalcina totale e altri marker (marcatori) della formazione ossea. Altro dato degno di nota è che il Calcio sierico è aumentato – sempre nei soggetti che hanno assunto l’olio extravergine d’oliva – rispetto a coloro che avevano seguito le altre due diete che, per contro, hanno invece visto una diminuzione di questo Calcio.
Infine, anche la secrezione d’insulina è stata notata essere maggiormente preservata nei soggetti del gruppo olio d’oliva, suggerendo che una maggiore concentrazione di osteocalcina ha un effetto positivo anche in questo ambito.
Ecco dunque un altro studio che conferma come gli ingredienti della nostra cara dieta mediterranea possano fare la differenza per quel che riguarda la salute delle ossa, ma anche della salute in generale. (fonte: lm&sdp)