Se il fatto che sia buona, che allunghi la vita di almeno tre anni e che faccia bene al cuore non vi dovesse ancora aver convinto a scegliere la Dieta Mediterranea, questa notizia, probabilmente, vi farà cambiare idea, questa volta per sempre.
Secondo Katherine Esposito, dottoressa del Dipartimento di Geriatria e malattie del Metabolismo dell'Università di Napoli, infatti, la dieta mediterranea può annoverare tra le sue proprietà anche quella di essere un ottimo afrodisiaco.
L'annuncio è stato dato in occasione del Convegno di Medicina della Riproduzione tenutosi ad Abano Terme, durante il quale la dottoressa Esposito ha illustrato come la dieta mediterranea, contribuendo al generale benessere fisico, può aiutare anche a manetenere vigorosa la propria vita sessuale.
Come questo sia possibile? Molto semplice: le proprietà antiossidanti degli alimenti che compongono la dieta mediterranea giovano alla salute delle arterie, garantendo così anche migliori prestazioni a livello sessuale. E dalla migliore prestazione dell'uomo, ne consegue un maggior benessere anche per la donna, che si sente meno con la propria sessualità.
Secondo un'indagine internazionale, a livello di aspettative di vita alla nascita l'Italia si mantiene al decimo posto, ma parlando di salute degli individui al raggiungimento del loro 18esimo anno di vita, quelli che più fedelmente erano cresciuti attinendosi ai valori della dieta mediterranea presentavano un tasso significativamente ridotto della mortalità, in generale o causate da patologie quali cancro o malattie cardiovascolari.
La fortuna della dieta mediterranea, secondo la Esposito, va ricercata nel suo rimanere costante nel tempo: l'utilizzo di olio extravergine di oliva, cereali, pesce o latticini, infatti, è rimasto più o meno invariato nel tempo, da secoli fino ad oggi.
A supportare le teorie della dottoressa anche dimostrazioni concrete: alcuni uomini, con problemi didisfunzione erettile dovuta a obesità o sindrome metabolica, hanno potuto recuperare capacità sessuale grazie all'osservanza di una dieta mirata sviluppata proprio sullo schema base della dieta mediterranea.
lunedì 27 febbraio 2012
venerdì 17 febbraio 2012
BIT e turismo da "tripla A": Agricoltura, Alimentazione, Ambiente
E' già da alcuni mesi che nel Salento si lavora ad un nuovo progetto che mira allo sviluppo e al rilancio dell'economia nel Meridione attraverso una formula da "tripla A", non quella delle società di rating ma quella di "Agricoltura, Alimentazione, Ambiente".
Un'economia che, in verità, comprende anche una quarta "A", quella di "Accoglienza", sì perché il secondo obiettivo del progetto è proprio l'incremento sostanziale del turismo destagionalizzato, utilizzando come leva il comparto agro-eno-gastronomico. Viaggiatori e visitatori tutto l'anno, che si recheranno in Puglia e nelle altre regioni meridionali per conoscere, scoprire ed acquistare i buoni prodotti naturali della terra e per degustare ed imparare la sana cucina mediterranea.
A lavorare al progetto sono alcuni giovani studenti in stretta collaborazione con la Provincia di Lecce, in persona dell'assessore alle politiche agricole e al turismo, Francesco Pacella (in questi giorni presso la BIT di Milano nello stand Puglia), ed in partnership con il Comune di Lecce e la Camera di Commercio cittadina.
L'idea su cui si basa il lavoro del team salentino è molto semplice, ossia "sfruttare" al massimo il riconoscimento internazionale della sana e buona Dieta Mediterranea da parte dell'Unesco quale bene immateriale dell'umanità, per arrivare ad avere nei prossimi anni i riflettori del mondo puntati sul meridione d'Italia, per conoscere ed apprendere tutti i segreti di quello che è in assoluto il migliore regime alimentare, per nutrirsi in maniera gustosa e, soprattutto, sana.
In questi ultimi mesi hanno ideato e registrato il marchio "Dieta Med-Italiana" (semplicemente una forma abbreviata di "Dieta Mediterranea Italiana") e stanno lavorando alla realizzazione di un grande evento che avrà luogo a Lecce a fine maggio, il Festival della Dieta Med-Italiana. L'iniziativa sarà rivoluzionaria e sperimenterà una formula originale che concentrerà in quattro giorni momenti di:
Ma la vera punta di forza del Festival sarà la presenza dei più importanti giornalisti e buyer italiani, inglesi, tedeschi e americani che si occupano di alimentazione e di salute.
Un'economia che, in verità, comprende anche una quarta "A", quella di "Accoglienza", sì perché il secondo obiettivo del progetto è proprio l'incremento sostanziale del turismo destagionalizzato, utilizzando come leva il comparto agro-eno-gastronomico. Viaggiatori e visitatori tutto l'anno, che si recheranno in Puglia e nelle altre regioni meridionali per conoscere, scoprire ed acquistare i buoni prodotti naturali della terra e per degustare ed imparare la sana cucina mediterranea.
A lavorare al progetto sono alcuni giovani studenti in stretta collaborazione con la Provincia di Lecce, in persona dell'assessore alle politiche agricole e al turismo, Francesco Pacella (in questi giorni presso la BIT di Milano nello stand Puglia), ed in partnership con il Comune di Lecce e la Camera di Commercio cittadina.
L'idea su cui si basa il lavoro del team salentino è molto semplice, ossia "sfruttare" al massimo il riconoscimento internazionale della sana e buona Dieta Mediterranea da parte dell'Unesco quale bene immateriale dell'umanità, per arrivare ad avere nei prossimi anni i riflettori del mondo puntati sul meridione d'Italia, per conoscere ed apprendere tutti i segreti di quello che è in assoluto il migliore regime alimentare, per nutrirsi in maniera gustosa e, soprattutto, sana.
In questi ultimi mesi hanno ideato e registrato il marchio "Dieta Med-Italiana" (semplicemente una forma abbreviata di "Dieta Mediterranea Italiana") e stanno lavorando alla realizzazione di un grande evento che avrà luogo a Lecce a fine maggio, il Festival della Dieta Med-Italiana. L'iniziativa sarà rivoluzionaria e sperimenterà una formula originale che concentrerà in quattro giorni momenti di:
- Formazione (presso i ristoranti del centro di Lecce);
- Esposizione ed educazione (in tutto il centro storico della città), sia sui prodotti base della Dieta che sulla loro preparazione;
- Incontri, workshop e presentazioni;
- Entità "social" (in stretta collaborazione con Coldiretti, Cia, Slow Food, Unesco, Inran, etc.);
- Cultura agro-eno-gastronomica (libri e riviste, web, cinema, ...).
Ma la vera punta di forza del Festival sarà la presenza dei più importanti giornalisti e buyer italiani, inglesi, tedeschi e americani che si occupano di alimentazione e di salute.
mercoledì 15 febbraio 2012
Chi mangia italiano vive più a lungo
Dieta sbagliata, vita sedentaria, obesità, fumo e alcol - tutti lo sanno - nuocciono al nostro sistema cardiocircolatorio.
“La dieta mediterranea fa bene alla salute. Studiosi ed esperti son d’accordo: il sistema dietetico mediterraneo tradizionale ha chiari effetti benefici sulla salute e la prevenzione di obesità e disagi correlati, a partire proprio dalle malattie cardiovascolari". Così il delegato confederale di Coldiretti Cremona Eugenio Torchio motivando l’adesione dell’organizzazione degli agricoltori Coldiretti alla settimana “Per il tuo cuore a Cremona”.
"Affermiamo, senza timore di smentita - prosegue Torchio - che chi mangia italiano vive più a lungo. E vive meglio, scegliendo la genuinità, la stagionalità, il gusto e la salubrità dell’autentico made in Italy”.
La partecipazione di Coldiretti Cremona è legata all’iniziativa “Di corsa per il tuo cuore”, la corsa podistica non competitiva che attende famiglie, bambini e sportivi domenica 19 febbraio, a partire dalle ore 9,30 in piazza Duomo a Cremona.
Anche gli agricoltori saranno in piazza Duomo, con il gazebo di Campagna Amica, per distribuire a tutti i partecipanti un dono buono e genuino: alcune mele, offerte dalle aziende agricole, insieme a materiale informativo legato all’impegno di Coldiretti a tutela dell’autentico Made in Italy a tavola.
Un’ ulteriore occasione per presentare alle famiglie l’iniziativa “Agribenessere…a Scuola di Salute”, il progetto didattico che sta conducendo Coldiretti nelle scuole del territorio con l’obiettivo di avvicinare i bimbi alla scelta di un’alimentazione buona, sana, genuina. (Daniela G. Carrabba)
“La dieta mediterranea fa bene alla salute. Studiosi ed esperti son d’accordo: il sistema dietetico mediterraneo tradizionale ha chiari effetti benefici sulla salute e la prevenzione di obesità e disagi correlati, a partire proprio dalle malattie cardiovascolari". Così il delegato confederale di Coldiretti Cremona Eugenio Torchio motivando l’adesione dell’organizzazione degli agricoltori Coldiretti alla settimana “Per il tuo cuore a Cremona”.
"Affermiamo, senza timore di smentita - prosegue Torchio - che chi mangia italiano vive più a lungo. E vive meglio, scegliendo la genuinità, la stagionalità, il gusto e la salubrità dell’autentico made in Italy”.
La partecipazione di Coldiretti Cremona è legata all’iniziativa “Di corsa per il tuo cuore”, la corsa podistica non competitiva che attende famiglie, bambini e sportivi domenica 19 febbraio, a partire dalle ore 9,30 in piazza Duomo a Cremona.
Anche gli agricoltori saranno in piazza Duomo, con il gazebo di Campagna Amica, per distribuire a tutti i partecipanti un dono buono e genuino: alcune mele, offerte dalle aziende agricole, insieme a materiale informativo legato all’impegno di Coldiretti a tutela dell’autentico Made in Italy a tavola.
Un’ ulteriore occasione per presentare alle famiglie l’iniziativa “Agribenessere…a Scuola di Salute”, il progetto didattico che sta conducendo Coldiretti nelle scuole del territorio con l’obiettivo di avvicinare i bimbi alla scelta di un’alimentazione buona, sana, genuina. (Daniela G. Carrabba)
Anche al "cervello" piace la Dieta Mediterranea
Dire che la dieta mediterranea è la più sana al mondo significa essere ripetitivi perché i benefici sul fisico sono riconosciuti da tutti e ormai lo sanno anche le pietre. Ma ora uno studio della University of Miami Miller School of Medicine ha stabilito che fa bene anche al cervello. In particolare l’alto contenuto di fibre ed i valori bilanciati in questo tipo di pasto possono ridurre notevolmente i danni ai piccoli vasi sanguigni del cervello.
Lo studio si è basato sull’osservazione di quasi mille persone che rispondevano ad un questionario sulla propria dieta, e che venivano poi classificate in base alla maggiore o minore vicinanza alla dieta mediterranea. Successivamente questi volontari sono stati sottoposti a scan cerebrale. I ricercatori hanno scoperto che le persone che risultavano seguire maggiormente la dieta mediterranea risultavano avere una minore iperintensità della sostanza bianca nel cervello, la quale è responsabile di alcune condizioni neuronali, rispetto a coloro che seguivano meno questo tipo di alimentazione.
Incrociando i dati cerebrali con i campioni di sangue è stato inoltre dimostrato che le persone con punteggi migliori avevano anche il colesterolo maggiormente sotto controllo e non avevano problemi di pressione sanguigna, ma questa non è una sorpresa. Ad ogni modo, viene precisato in conclusione, i risultati positivi delle analisi del sangue non sembrano influenzare quelli del cervello. In altre parole se non ci sono danni nel cervello questo non dipende dal fatto che il colesterolo sia basso, ma i due benefici sono indipendenti.
Per dieta mediterranea i ricercatori hanno specificato che intendono quella che prevede molta frutta, verdura, cereali integrali, legumi e noci, e olio d’oliva piuttosto che i grassi come il burro e carne rossa (al massimo un paio di volte al mese), ma con moderate quantità di pesce e pollame, innaffiate con vino rosso, sempre con moderazione. (Health24)
Lo studio si è basato sull’osservazione di quasi mille persone che rispondevano ad un questionario sulla propria dieta, e che venivano poi classificate in base alla maggiore o minore vicinanza alla dieta mediterranea. Successivamente questi volontari sono stati sottoposti a scan cerebrale. I ricercatori hanno scoperto che le persone che risultavano seguire maggiormente la dieta mediterranea risultavano avere una minore iperintensità della sostanza bianca nel cervello, la quale è responsabile di alcune condizioni neuronali, rispetto a coloro che seguivano meno questo tipo di alimentazione.
Incrociando i dati cerebrali con i campioni di sangue è stato inoltre dimostrato che le persone con punteggi migliori avevano anche il colesterolo maggiormente sotto controllo e non avevano problemi di pressione sanguigna, ma questa non è una sorpresa. Ad ogni modo, viene precisato in conclusione, i risultati positivi delle analisi del sangue non sembrano influenzare quelli del cervello. In altre parole se non ci sono danni nel cervello questo non dipende dal fatto che il colesterolo sia basso, ma i due benefici sono indipendenti.
Per dieta mediterranea i ricercatori hanno specificato che intendono quella che prevede molta frutta, verdura, cereali integrali, legumi e noci, e olio d’oliva piuttosto che i grassi come il burro e carne rossa (al massimo un paio di volte al mese), ma con moderate quantità di pesce e pollame, innaffiate con vino rosso, sempre con moderazione. (Health24)
venerdì 3 febbraio 2012
Pasta e Dieta Med-Italiana, promosse a pieni voti
La risposta più convincente al boom statunitense della dieta “low-carb” (pochi carboidrati) e alle relative polemiche arriva da Roma e dalla dieta mediterranea. Quella dell’eliminazione dei carboidrati è una mania che ha preso piede tra milioni di americani probabilmente in seguito ad una sorta di reflusso alla guerra, dichiarata oltreoceano, all’obesità. La dieta di Atkins, il guru della dieta “Low-Carb” morto nell’aprile del 2003, di cui anche la morte ha fatto discutere, tendeva sì ad eliminare i carboidrati, ma, implicitamente, sembrava concedere agli americani di poter largheggiare un po’ con i grassi, oltre a puntare in maniera decisa sulle proteine.
Dopo le polemiche scoppiate negli Usa attorno alle diete, non è un caso che sia proprio un’organizzazione no profit statunitense, l’Oldways, a stilare un documento ufficiale, il Consensus Document, che, nell'ambito del convegno 'Healthy Pasta Meals', tenutosi a Roma, promuove a primo della classe il modello mediterraneo su tutti gli altri modelli occidentali di alimentazione.
La dieta mediterranea, a livello internazionale, viene riconosciuta la migliore per i maggiori benefici per la salute. Come si evince dal titolo del convegno, patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole e dal Ministero della Salute e la collaborazione di autorevoli esperti internazionali, è la pasta, ricca di carboidrati, a costituire l’elemento cardine della dieta ideale.
La pasta e' importante, spiega il comunicato dell'associazione, ''non solo in quanto fonte di carboidrati complessi, ma anche perche' veicolo ideale per gli ingredienti necessari ad un pasto che contribuisca costantemente al mantenimento della salute. Indipendentemente dal contenuto di fibre - continua la nota Oldways - la pasta ha infatti un basso indice glicemico (41). Come risultato, chi consuma pasta gode dei benefici di assorbimento prolungato dei carboidrati, che ha come conseguenza un aumento lento degli zuccheri nel sangue. La pasta è, infatti, prodotta con semola di grano duro che, a differenza della farina di grano tenero, usata di solito per il pane, è assorbita in maniera più lenta dall’organismo.
La pasta gode inoltre dei vantaggi derivanti dagli altri singoli ingredienti che la accompagnano come condimento: olio d’oliva, pomodori e le altre verdure, pesce, tagli di carne magra.
Secondo lo studio percio', chiunque aspiri ad una vita lunga e sana e a prestazioni fisiche e intellettuali elevate, deve sfruttare i principi dei carboidrati a rilascio lento, quelli, per l'appunto, contenuti nella pasta. Ma è solo la pasta ad assurgere a elemento centrale della dieta mediterranea: frutta, verdura e legumi, anch'essi ricchi di carboidrati, accompagnati da un filo d'olio extravergine d'oliva e vino con moderazione, se consumati quotidianamente e nelle giuste dosi, apportano all'organismo grandi benefici.
Un convegno che contribuisce dunque a dissipare la confusione che si è fatta attorno alla pasta ed ai carboidrati in genere, in relazione alle polemiche sul modo migliore per perdere peso. E’ emersa, infatti, la conferma dei rischi per la salute delle diete a basso contenuto di carboidrati e con un’alta percentuale di grassi e proteine. Il rischio che corre chi si fa prendere dalla mania dell’eliminazione dei carboidrati è che si evitano alimenti che non sono solo quelli preferiti (pasta, pane e pizza) ma che sono il fondamento di una dieta equilibrata.
Un “peso sano” si può ottenere, e soprattutto mantenere, solo con una dieta equilibrata, senza ricorrere a condotte alimentari estreme che comportano sempre rischi per la salute.
La Dieta Med-Italiana, versione italica della dieta mediterranea, è inoltre apportatrice di benefici che accrescono la longevità, migliorano le prestazioni fisiche e cognitive e possono svolgere un ruolo chiave nell'impedire le malattie croniche quali l'obesità, il diabete, la malattia cardiache, coronariche e determinate forme di cancro.
L’aumento del peso non è causato da un alimento in particolare, è causato invece dall’assunzione di un ammontare di calorie superiore a quante ne vengono bruciate. La pasta, se associata ad altri alimenti sani, non provoca l’aumento di peso, mentre le diete High-fat/low-carb sono pericolose, perché comportano rischi per la salute e possono aumentare il rischio di contrarre serie malattie croniche come obesità, diabete, malattia cardiovascolari, Malattia di Alzheimer e certe forme di cancro.
I carboidrati sono essenziali nelle diete sane ed equilibrate. I carboidrati sono la fonte della maggior parte del glucosio presente nel corpo, che è il combustibile fondamentale per l’energia necessaria al cervello, le cellule del sangue, i muscoli e gli altri organi. Senza carboidrati, una dieta non è equilibrata, né completa.
La dieta ideale deve avere queste percentuali: i carboidrati devono costituire il 45-60%, 25-30 % di grassi e 15-20 di proteine.
Su queste affermazioni c’è il consenso degli scienziati della nutrizione, al più alto livello, in tutto il mondo e delle guide di riferimento per la dietologia.
Dopo le polemiche scoppiate negli Usa attorno alle diete, non è un caso che sia proprio un’organizzazione no profit statunitense, l’Oldways, a stilare un documento ufficiale, il Consensus Document, che, nell'ambito del convegno 'Healthy Pasta Meals', tenutosi a Roma, promuove a primo della classe il modello mediterraneo su tutti gli altri modelli occidentali di alimentazione.
La dieta mediterranea, a livello internazionale, viene riconosciuta la migliore per i maggiori benefici per la salute. Come si evince dal titolo del convegno, patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole e dal Ministero della Salute e la collaborazione di autorevoli esperti internazionali, è la pasta, ricca di carboidrati, a costituire l’elemento cardine della dieta ideale.
La pasta e' importante, spiega il comunicato dell'associazione, ''non solo in quanto fonte di carboidrati complessi, ma anche perche' veicolo ideale per gli ingredienti necessari ad un pasto che contribuisca costantemente al mantenimento della salute. Indipendentemente dal contenuto di fibre - continua la nota Oldways - la pasta ha infatti un basso indice glicemico (41). Come risultato, chi consuma pasta gode dei benefici di assorbimento prolungato dei carboidrati, che ha come conseguenza un aumento lento degli zuccheri nel sangue. La pasta è, infatti, prodotta con semola di grano duro che, a differenza della farina di grano tenero, usata di solito per il pane, è assorbita in maniera più lenta dall’organismo.
La pasta gode inoltre dei vantaggi derivanti dagli altri singoli ingredienti che la accompagnano come condimento: olio d’oliva, pomodori e le altre verdure, pesce, tagli di carne magra.
Secondo lo studio percio', chiunque aspiri ad una vita lunga e sana e a prestazioni fisiche e intellettuali elevate, deve sfruttare i principi dei carboidrati a rilascio lento, quelli, per l'appunto, contenuti nella pasta. Ma è solo la pasta ad assurgere a elemento centrale della dieta mediterranea: frutta, verdura e legumi, anch'essi ricchi di carboidrati, accompagnati da un filo d'olio extravergine d'oliva e vino con moderazione, se consumati quotidianamente e nelle giuste dosi, apportano all'organismo grandi benefici.
Un convegno che contribuisce dunque a dissipare la confusione che si è fatta attorno alla pasta ed ai carboidrati in genere, in relazione alle polemiche sul modo migliore per perdere peso. E’ emersa, infatti, la conferma dei rischi per la salute delle diete a basso contenuto di carboidrati e con un’alta percentuale di grassi e proteine. Il rischio che corre chi si fa prendere dalla mania dell’eliminazione dei carboidrati è che si evitano alimenti che non sono solo quelli preferiti (pasta, pane e pizza) ma che sono il fondamento di una dieta equilibrata.
Un “peso sano” si può ottenere, e soprattutto mantenere, solo con una dieta equilibrata, senza ricorrere a condotte alimentari estreme che comportano sempre rischi per la salute.
La Dieta Med-Italiana, versione italica della dieta mediterranea, è inoltre apportatrice di benefici che accrescono la longevità, migliorano le prestazioni fisiche e cognitive e possono svolgere un ruolo chiave nell'impedire le malattie croniche quali l'obesità, il diabete, la malattia cardiache, coronariche e determinate forme di cancro.
L’aumento del peso non è causato da un alimento in particolare, è causato invece dall’assunzione di un ammontare di calorie superiore a quante ne vengono bruciate. La pasta, se associata ad altri alimenti sani, non provoca l’aumento di peso, mentre le diete High-fat/low-carb sono pericolose, perché comportano rischi per la salute e possono aumentare il rischio di contrarre serie malattie croniche come obesità, diabete, malattia cardiovascolari, Malattia di Alzheimer e certe forme di cancro.
I carboidrati sono essenziali nelle diete sane ed equilibrate. I carboidrati sono la fonte della maggior parte del glucosio presente nel corpo, che è il combustibile fondamentale per l’energia necessaria al cervello, le cellule del sangue, i muscoli e gli altri organi. Senza carboidrati, una dieta non è equilibrata, né completa.
La dieta ideale deve avere queste percentuali: i carboidrati devono costituire il 45-60%, 25-30 % di grassi e 15-20 di proteine.
Su queste affermazioni c’è il consenso degli scienziati della nutrizione, al più alto livello, in tutto il mondo e delle guide di riferimento per la dietologia.
Ecco qui la dieta "antigelo" per l'inverno
Grande freddo uguale raffreddore, influenza, malessere. Proprio così, quando le temperature si abbassano i virus diventano particolarmente battaglieri, costringendo a letto migliaia di persone. Ma anche se si fa parte della categoria "immuni", quando la colonnina di mercurio si abbassa troppo, e troppo repentinamente, l’organismo si ritrova ad affrontare una specie di emergenza. Deve infatti riuscire a mantenere, nonostante tutto, sempre costante la sua temperatura ideale di circa 37 gradi. E come ci riesce? Prelevando un certo numero di calorie dalla propria quota giornaliera di dispendio energetico. Un escamotage che ci obbliga a rendere più ricca, quantitativamente e qualitativamente, la nostra dieta. Un dieci per cento in più di calorie da distribuire nell’arco della giornata ricavate da alimenti in grado di alzare la temperatura corporea e di rafforzare le difese immunitarie messe a dura prova dal sottozero.
Gli alimenti antifreddo — Quali? Per la Coldiretti benissimo tutte le verdure di stagione, in quanto forniscono il giusto quantitativo di sali minerali e vitamine antiossidanti. Quindi semaforo verde a spinaci, cicoria, zucca, ravanelli, zucchine e broccoletti, ricchi di vitamina A e C. “Un discorso a parte meritano le carote – precisa il professor Giorgio Calabrese, docente di scienze dell’alimentazione all’Università Cattolica di Piacenza - che, grazie al beta-carotene, un precursore della vitamina A, stimolano una azione protettiva sul timo, che si trova sotto la tiroide: una ghiandola che, se funziona regolarmente, produce molti linfociti T, detti anche “Killer”. in quanto abbattono tutti gli agenti infiammatori e infettivi”. Ottimi anche cipolle e aglio, meglio se crudi, per la loro valenza antibatterica. Nei cereali integrali, nell’avena, carne rossa, verdure a foglia verde, tuorlo d'uovo e ceci troviamo la vitamina B, fondamentale per trasformare il cibo in energia. Per dare un ulteriore valido aiuto al nostro sistema immunitario non possiamo fare a meno della vitamina D, presente nel pesce, fegato, latte e uova. “E ancora non si deve tralasciare la preziosa vitamina E – prosegue Girgio Calabrese - in grado di neutralizzare i radicali liberi, contenuta nel germe di grano, nelle mandorle, nelle nocciole e in abbondanza nelle patate, nei semi di girasole secchi, nell’olio extravergine di oliva e nell’olio di semi”.
Legumi e c. — Un ruolo importante nella dieta invernale l’hanno anche i legumi, per intenderci fagioli, ceci, piselli, lenticchie e fave secche. Contengono ferro e soprattutto molta fibra, utile a migliorare la funzionalità intestinale. Uniti nei minestroni e nelle zuppe a cereali come riso, orzo e farro forniscono grande energia e calore. La vitamina C la troviamo in grande quantità nel kiwi e negli agrumi in genere, quindi arance, limoni, mandarini, clementine. Non vanno poi dimenticate le proteine, tramite la giusta porzione sia di pesce che di carne bianca e rossa: la loro assunzione deve essere compresa tra gli 0,8 e1,3 grammi per chilo di peso corporeo.
Capitolo alcolici — Occorre non esagerare con vin brulé, punch e superalcolici vari, molto in voga d’inverno, che se, a dosi moderate, per il loro ruolo vasodilatante, procurano un iniziale senso di benessere e di calore, bevuti in eccesso possono creare seri problemi allo stomaco e non solo. Un altro rimedio molto popolare per il grande freddo è il latte caldo e miele. “Un’ottima accoppiata – dichiara Calabrese - grazie al grande valore nutrizionale di entrambi gli alimenti, che tuttavia è bene prendere con una certa parsimonia, specie se si hanno problemi di corretto smaltimento degli zuccheri nel sangue. Perché? Ci sono troppi zuccheri semplici sia nel latte che nel miele, una combinazione che si risolve in una minore presenza di neutrofili e linfociti nel sangue, i difensori dalle malattie infettive contagiose come il raffreddore o l’influenza”.
Il menù antifreddo — Ecco lo schema di alimentazione che il professor Giorgio Calabrese consiglia per una giornata di grande freddo o anche per combattere l’influenza:
Colazione: succo di arancia, uvetta, yogurt magro bianco.
Spuntino alle 10 circa: un kiwi.
Pranzo: succo di mirtilli, pane integrale, broccoli, mozzarella.
Merenda alle 17: un succo di arance spremute.
Cena: insalata di spinaci e pomodori con semi di girasole; pollo e peperoni alle spezie, carote al vapore, riso integrale e macedonia di frutta. (Mabel Bocchi - Humanitas Salute)
Gli alimenti antifreddo — Quali? Per la Coldiretti benissimo tutte le verdure di stagione, in quanto forniscono il giusto quantitativo di sali minerali e vitamine antiossidanti. Quindi semaforo verde a spinaci, cicoria, zucca, ravanelli, zucchine e broccoletti, ricchi di vitamina A e C. “Un discorso a parte meritano le carote – precisa il professor Giorgio Calabrese, docente di scienze dell’alimentazione all’Università Cattolica di Piacenza - che, grazie al beta-carotene, un precursore della vitamina A, stimolano una azione protettiva sul timo, che si trova sotto la tiroide: una ghiandola che, se funziona regolarmente, produce molti linfociti T, detti anche “Killer”. in quanto abbattono tutti gli agenti infiammatori e infettivi”. Ottimi anche cipolle e aglio, meglio se crudi, per la loro valenza antibatterica. Nei cereali integrali, nell’avena, carne rossa, verdure a foglia verde, tuorlo d'uovo e ceci troviamo la vitamina B, fondamentale per trasformare il cibo in energia. Per dare un ulteriore valido aiuto al nostro sistema immunitario non possiamo fare a meno della vitamina D, presente nel pesce, fegato, latte e uova. “E ancora non si deve tralasciare la preziosa vitamina E – prosegue Girgio Calabrese - in grado di neutralizzare i radicali liberi, contenuta nel germe di grano, nelle mandorle, nelle nocciole e in abbondanza nelle patate, nei semi di girasole secchi, nell’olio extravergine di oliva e nell’olio di semi”.
Legumi e c. — Un ruolo importante nella dieta invernale l’hanno anche i legumi, per intenderci fagioli, ceci, piselli, lenticchie e fave secche. Contengono ferro e soprattutto molta fibra, utile a migliorare la funzionalità intestinale. Uniti nei minestroni e nelle zuppe a cereali come riso, orzo e farro forniscono grande energia e calore. La vitamina C la troviamo in grande quantità nel kiwi e negli agrumi in genere, quindi arance, limoni, mandarini, clementine. Non vanno poi dimenticate le proteine, tramite la giusta porzione sia di pesce che di carne bianca e rossa: la loro assunzione deve essere compresa tra gli 0,8 e1,3 grammi per chilo di peso corporeo.
Capitolo alcolici — Occorre non esagerare con vin brulé, punch e superalcolici vari, molto in voga d’inverno, che se, a dosi moderate, per il loro ruolo vasodilatante, procurano un iniziale senso di benessere e di calore, bevuti in eccesso possono creare seri problemi allo stomaco e non solo. Un altro rimedio molto popolare per il grande freddo è il latte caldo e miele. “Un’ottima accoppiata – dichiara Calabrese - grazie al grande valore nutrizionale di entrambi gli alimenti, che tuttavia è bene prendere con una certa parsimonia, specie se si hanno problemi di corretto smaltimento degli zuccheri nel sangue. Perché? Ci sono troppi zuccheri semplici sia nel latte che nel miele, una combinazione che si risolve in una minore presenza di neutrofili e linfociti nel sangue, i difensori dalle malattie infettive contagiose come il raffreddore o l’influenza”.
Il menù antifreddo — Ecco lo schema di alimentazione che il professor Giorgio Calabrese consiglia per una giornata di grande freddo o anche per combattere l’influenza:
Colazione: succo di arancia, uvetta, yogurt magro bianco.
Spuntino alle 10 circa: un kiwi.
Pranzo: succo di mirtilli, pane integrale, broccoli, mozzarella.
Merenda alle 17: un succo di arance spremute.
Cena: insalata di spinaci e pomodori con semi di girasole; pollo e peperoni alle spezie, carote al vapore, riso integrale e macedonia di frutta. (Mabel Bocchi - Humanitas Salute)
giovedì 2 febbraio 2012
No a "maxi porzioni". Italia leader nel mondo
"Riduci le porzioni, riduci il rischio". E' lo slogan protagonista della nuova campagna anti-obesita' partita in questi giorni a New York, per convincere i cittadini che per perdere peso e guadagnare salute la prima regola e' 'far dimagrire' il piatto.
Una battaglia in cui l'Italia e' stata apripista nel mondo, osserva Giorgio Calabrese (nella foto), docente di Nutrizione umana all'universita' del Piemonte Orientale di Alessandria. "In questo - precisa l'esperto all'Adnkronos Salute - gli americani arrivano un decennio dopo di noi, che abbiamo lanciato per primi il concetto di mezza porzione e avviato un'alleanza virtuosa con il mondo dell'industria alimentare. Le aziende del nostro Paese sono le migliori nel mondo e rispettano le regole piu' rigide", assicura lo specialista che promuove soprattutto l'idea dei "piccoli snack fuoripasto, sani ed equilibrati".
La guerra dichiarata dal Dipartimento della Salute della Grande Mela ai mega-piatti stile fast food "per l'Italia non e' certo un'offensiva nuova", dice Calabrese. Fu proprio il nutrizionista, quando era componente della Commissione scientifica alimentazione e salute dell'allora ministro Girolamo Sirchia, a proporre la via delle mezze porzioni come strategia di alimentazione sana. Per tutti, a ogni eta'. Un concetto dettato da quel buon senso "inizialmente radicato nella mentalita' della gente comune - spiega l'esperto - ma poi fatto proprio dall'industria alimentare italiana, anche sulla base degli indirizzi dati da noi nutrizionisti clinici".
La filosofia del 'piatto pieno a poco prezzo' ha trovato la sua culla nelle società nordamericana e nordeuropea, ma "con la globalizzazione si e' diffusa in tutto il mondo arrivando a 'contagiare' anche i Paesi orientali", riflette Calabrese. L'Italia invece resiste, o comunque ha iniziato ben prima degli altri a correre ai ripari: "Se all'estero vai al ristorante e chiedi una bistecca, ti arrivano anche 300 grammi di carne, mentre da noi ne servono un etto e mezzo - esemplifica il nutrizionista - Se chiedi un piatto di riso o di pasta, i nostri ristoranti te ne danno 80 grammi, contro i 120-150 di quelli stranieri. Non solo: stanno anche attenti al condimento, perche' un conto e' il sugo di pomodoro e un altro e' la carbonara". Secondo Calabrese, insomma, nel Belpaese il concetto di 'piatto giusto' e' gia' ben saldo. Sia nel mondo della ristorazione sia in quello dell'industria alimentare, che con gli spezzafame a misura di spuntino propone "in poco 'spazio' la giusta dose di energia e il giusto apporto di nutrienti". (adnkronos salute)
Una battaglia in cui l'Italia e' stata apripista nel mondo, osserva Giorgio Calabrese (nella foto), docente di Nutrizione umana all'universita' del Piemonte Orientale di Alessandria. "In questo - precisa l'esperto all'Adnkronos Salute - gli americani arrivano un decennio dopo di noi, che abbiamo lanciato per primi il concetto di mezza porzione e avviato un'alleanza virtuosa con il mondo dell'industria alimentare. Le aziende del nostro Paese sono le migliori nel mondo e rispettano le regole piu' rigide", assicura lo specialista che promuove soprattutto l'idea dei "piccoli snack fuoripasto, sani ed equilibrati".
La guerra dichiarata dal Dipartimento della Salute della Grande Mela ai mega-piatti stile fast food "per l'Italia non e' certo un'offensiva nuova", dice Calabrese. Fu proprio il nutrizionista, quando era componente della Commissione scientifica alimentazione e salute dell'allora ministro Girolamo Sirchia, a proporre la via delle mezze porzioni come strategia di alimentazione sana. Per tutti, a ogni eta'. Un concetto dettato da quel buon senso "inizialmente radicato nella mentalita' della gente comune - spiega l'esperto - ma poi fatto proprio dall'industria alimentare italiana, anche sulla base degli indirizzi dati da noi nutrizionisti clinici".
La filosofia del 'piatto pieno a poco prezzo' ha trovato la sua culla nelle società nordamericana e nordeuropea, ma "con la globalizzazione si e' diffusa in tutto il mondo arrivando a 'contagiare' anche i Paesi orientali", riflette Calabrese. L'Italia invece resiste, o comunque ha iniziato ben prima degli altri a correre ai ripari: "Se all'estero vai al ristorante e chiedi una bistecca, ti arrivano anche 300 grammi di carne, mentre da noi ne servono un etto e mezzo - esemplifica il nutrizionista - Se chiedi un piatto di riso o di pasta, i nostri ristoranti te ne danno 80 grammi, contro i 120-150 di quelli stranieri. Non solo: stanno anche attenti al condimento, perche' un conto e' il sugo di pomodoro e un altro e' la carbonara". Secondo Calabrese, insomma, nel Belpaese il concetto di 'piatto giusto' e' gia' ben saldo. Sia nel mondo della ristorazione sia in quello dell'industria alimentare, che con gli spezzafame a misura di spuntino propone "in poco 'spazio' la giusta dose di energia e il giusto apporto di nutrienti". (adnkronos salute)
mercoledì 1 febbraio 2012
Insalata di patate per ridurre il rischio di cancro
Numerosi studi hanno messo in guardia dal consumo eccessivo di carne, in particolare quella rossa. Si ritiene infatti che un simile tipo di dieta possa aumentare significativamente il rischio di cancro.
E dopo la cattiva notizia, ecco quella buona: un’insalata di patate protegge dal rischio connesso al consumo di carne rossa. È quanto affermato da un team di scienziati australiani della Flinders University, secondo il cui studio l’amido contenuto nelle patate fredde cotte al vapore o lessate avrebbe proprietà protettive e benefiche nei confronti del cancro.
Questo tipo di amido, fanno notare i ricercatori, tuttavia lo ritroviamo anche in altri cibi come i fagioli, il riso, la pasta, le banane verdi. E la dose contenuta sia nella pasta che nelle patate può essere aumentata se queste vengono riscaldate e poi fatte freddare nuovamente.
La riduzione del rischio è stata significativa, ha sottolineato Jean Winter co-autore dello studio. «Se avete intenzione di mangiare [carne] dal vostro barbecue assicuratevi di avere un po' di insalata di patate a parte», ha aggiunto Winter. L’amido, difatti, resiste al processo di digestione e raggiunge l’intestino dove viene “mangiato” dai batteri: questo processo fa sì che siano rilasciate molecole benefiche, i cosiddetti acidi grassi a catena corta.
Per questo studio condotto su modello animale sono stati utilizzati due gruppi di topi. Entrambi i gruppi sono stati nutriti con una dieta a base di carne rossa. Tuttavia ai topi del primo gruppo è stato dato in più dell’amido gastro-resistente.
Dopo quattro settimane i topi di entrambi i gruppi sono stati esaminati per scoprire la presenza di eventuali segni di danno al Dna, un precursore del cancro.
Le analisi hanno evidenziato che l’amido potrebbe ridurre significativamente la formazione dei marker (marcatori) dei danni al Dna, riducendo quindi la possibilità che si sviluppi il cancro, fanno sapere i ricercatori. In più, l’amido «abbassa la fermentazione delle carni rosse nel colon [...] che può produrre metaboliti tossici che possono anche essere cancerogeni», hanno concluso i ricercatori. (lm&sdp)
E dopo la cattiva notizia, ecco quella buona: un’insalata di patate protegge dal rischio connesso al consumo di carne rossa. È quanto affermato da un team di scienziati australiani della Flinders University, secondo il cui studio l’amido contenuto nelle patate fredde cotte al vapore o lessate avrebbe proprietà protettive e benefiche nei confronti del cancro.
Questo tipo di amido, fanno notare i ricercatori, tuttavia lo ritroviamo anche in altri cibi come i fagioli, il riso, la pasta, le banane verdi. E la dose contenuta sia nella pasta che nelle patate può essere aumentata se queste vengono riscaldate e poi fatte freddare nuovamente.
La riduzione del rischio è stata significativa, ha sottolineato Jean Winter co-autore dello studio. «Se avete intenzione di mangiare [carne] dal vostro barbecue assicuratevi di avere un po' di insalata di patate a parte», ha aggiunto Winter. L’amido, difatti, resiste al processo di digestione e raggiunge l’intestino dove viene “mangiato” dai batteri: questo processo fa sì che siano rilasciate molecole benefiche, i cosiddetti acidi grassi a catena corta.
Per questo studio condotto su modello animale sono stati utilizzati due gruppi di topi. Entrambi i gruppi sono stati nutriti con una dieta a base di carne rossa. Tuttavia ai topi del primo gruppo è stato dato in più dell’amido gastro-resistente.
Dopo quattro settimane i topi di entrambi i gruppi sono stati esaminati per scoprire la presenza di eventuali segni di danno al Dna, un precursore del cancro.
Le analisi hanno evidenziato che l’amido potrebbe ridurre significativamente la formazione dei marker (marcatori) dei danni al Dna, riducendo quindi la possibilità che si sviluppi il cancro, fanno sapere i ricercatori. In più, l’amido «abbassa la fermentazione delle carni rosse nel colon [...] che può produrre metaboliti tossici che possono anche essere cancerogeni», hanno concluso i ricercatori. (lm&sdp)
C'è il freddo! Ecco come nutrirsi
Freddo e alimentazione, ecco i consigli di Stefania Setti, medico nutrizionista di Humanitas Gavazzeni.
L'alimentazione può aiutarci a proteggersi dal freddo?
«Seguire un certo tipo di alimentazione nei mesi invernali può contribuire a combattere il forte freddo e gli eventuali sintomi da raffreddamento».
Quali sono quindi gli alimenti più indicati quando le temperature si abbassano? E' vero che dobbiamo mangiare di più?
«Non serve mangiare di più, ma sicuramente può essere utile, anche se sembra banale, nutrirsi ad esempio con zuppe calde a base di legumi e cereali che sono un'ottima combinazione dal punto di vista nutrizionale.
Altrettanto consigliabile è consumare frutta e verdura di stagione, ricche di sostanze antiossidanti nonchè vitamina C: ad esempio tutti gli ortaggi del gruppo a cui appartengono cavoli e broccoli e ovviamente arance, mandarini e kiwi. Per quanto riguarda le bevande, è utile bere thè e tisane, ma occhio a non eccedere con zucchero o miele».
Di contro ci sono anche quelli da evitare, come l'alcol...
«Attenzione agli alcolici! Danno solo un'effimera sensazione di calore legata ad un iniziale processo di vasodilatazione seguita poi da vasocostrizione».
L'alimentazione può aiutarci a proteggersi dal freddo?
«Seguire un certo tipo di alimentazione nei mesi invernali può contribuire a combattere il forte freddo e gli eventuali sintomi da raffreddamento».
Quali sono quindi gli alimenti più indicati quando le temperature si abbassano? E' vero che dobbiamo mangiare di più?
«Non serve mangiare di più, ma sicuramente può essere utile, anche se sembra banale, nutrirsi ad esempio con zuppe calde a base di legumi e cereali che sono un'ottima combinazione dal punto di vista nutrizionale.
Altrettanto consigliabile è consumare frutta e verdura di stagione, ricche di sostanze antiossidanti nonchè vitamina C: ad esempio tutti gli ortaggi del gruppo a cui appartengono cavoli e broccoli e ovviamente arance, mandarini e kiwi. Per quanto riguarda le bevande, è utile bere thè e tisane, ma occhio a non eccedere con zucchero o miele».
Di contro ci sono anche quelli da evitare, come l'alcol...
«Attenzione agli alcolici! Danno solo un'effimera sensazione di calore legata ad un iniziale processo di vasodilatazione seguita poi da vasocostrizione».
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