Numerosi studi hanno messo in guardia dal consumo eccessivo di carne, in particolare quella rossa. Si ritiene infatti che un simile tipo di dieta possa aumentare significativamente il rischio di cancro.
E dopo la cattiva notizia, ecco quella buona: un’insalata di patate protegge dal rischio connesso al consumo di carne rossa. È quanto affermato da un team di scienziati australiani della Flinders University, secondo il cui studio l’amido contenuto nelle patate fredde cotte al vapore o lessate avrebbe proprietà protettive e benefiche nei confronti del cancro.
Questo tipo di amido, fanno notare i ricercatori, tuttavia lo ritroviamo anche in altri cibi come i fagioli, il riso, la pasta, le banane verdi. E la dose contenuta sia nella pasta che nelle patate può essere aumentata se queste vengono riscaldate e poi fatte freddare nuovamente.
La riduzione del rischio è stata significativa, ha sottolineato Jean Winter co-autore dello studio. «Se avete intenzione di mangiare [carne] dal vostro barbecue assicuratevi di avere un po' di insalata di patate a parte», ha aggiunto Winter. L’amido, difatti, resiste al processo di digestione e raggiunge l’intestino dove viene “mangiato” dai batteri: questo processo fa sì che siano rilasciate molecole benefiche, i cosiddetti acidi grassi a catena corta.
Per questo studio condotto su modello animale sono stati utilizzati due gruppi di topi. Entrambi i gruppi sono stati nutriti con una dieta a base di carne rossa. Tuttavia ai topi del primo gruppo è stato dato in più dell’amido gastro-resistente.
Dopo quattro settimane i topi di entrambi i gruppi sono stati esaminati per scoprire la presenza di eventuali segni di danno al Dna, un precursore del cancro.
Le analisi hanno evidenziato che l’amido potrebbe ridurre significativamente la formazione dei marker (marcatori) dei danni al Dna, riducendo quindi la possibilità che si sviluppi il cancro, fanno sapere i ricercatori. In più, l’amido «abbassa la fermentazione delle carni rosse nel colon [...] che può produrre metaboliti tossici che possono anche essere cancerogeni», hanno concluso i ricercatori. (lm&sdp)
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