giovedì 2 febbraio 2012

No a "maxi porzioni". Italia leader nel mondo

"Riduci le porzioni, riduci il rischio". E' lo slogan protagonista della nuova campagna anti-obesita' partita in questi giorni a New York, per convincere i cittadini che per perdere peso e guadagnare salute la prima regola e' 'far dimagrire' il piatto.

Una battaglia in cui l'Italia e' stata apripista nel mondo, osserva Giorgio Calabrese (nella foto), docente di Nutrizione umana all'universita' del Piemonte Orientale di Alessandria. "In questo - precisa l'esperto all'Adnkronos Salute - gli americani arrivano un decennio dopo di noi, che abbiamo lanciato per primi il concetto di mezza porzione e avviato un'alleanza virtuosa con il mondo dell'industria alimentare. Le aziende del nostro Paese sono le migliori nel mondo e rispettano le regole piu' rigide", assicura lo specialista che promuove soprattutto l'idea dei "piccoli snack fuoripasto, sani ed equilibrati".


La guerra dichiarata dal Dipartimento della Salute della Grande Mela ai mega-piatti stile fast food "per l'Italia non e' certo un'offensiva nuova", dice Calabrese. Fu proprio il nutrizionista, quando era componente della Commissione scientifica alimentazione e salute dell'allora ministro Girolamo Sirchia, a proporre la via delle mezze porzioni come strategia di alimentazione sana. Per tutti, a ogni eta'. Un concetto dettato da quel buon senso "inizialmente radicato nella mentalita' della gente comune - spiega l'esperto - ma poi fatto proprio dall'industria alimentare italiana, anche sulla base degli indirizzi dati da noi nutrizionisti clinici".

La filosofia del 'piatto pieno a poco prezzo' ha trovato la sua culla nelle società nordamericana e nordeuropea, ma "con la globalizzazione si e' diffusa in tutto il mondo arrivando a 'contagiare' anche i Paesi orientali", riflette Calabrese. L'Italia invece resiste, o comunque ha iniziato ben prima degli altri a correre ai ripari: "Se all'estero vai al ristorante e chiedi una bistecca, ti arrivano anche 300 grammi di carne, mentre da noi ne servono un etto e mezzo - esemplifica il nutrizionista - Se chiedi un piatto di riso o di pasta, i nostri ristoranti te ne danno 80 grammi, contro i 120-150 di quelli stranieri. Non solo: stanno anche attenti al condimento, perche' un conto e' il sugo di pomodoro e un altro e' la carbonara". Secondo Calabrese, insomma, nel Belpaese il concetto di 'piatto giusto' e' gia' ben saldo. Sia nel mondo della ristorazione sia in quello dell'industria alimentare, che con gli spezzafame a misura di spuntino propone "in poco 'spazio' la giusta dose di energia e il giusto apporto di nutrienti". (adnkronos salute)

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