Nonostante il tempo ballerino l'estate è sempre più vicina e dunque
anche la "spaventosa" prova costume. Nei salotti televisivi, sul web,
nei giornali spopolano consigli e suggerimenti per chi ha bisogno di
perdere quei chili in più. E se, in molti parlano dei miracolosi
risultati della dieta iperproteica proposta dal medico francese Dukan,
il passaparola toscano punta sulla dieta mediterranea. «Altro che Dukan -
afferma Marco, 30 anni- l'anno scorso ho perso 12 chili e sono ancora
in forma». Il merito? Tutto di Francesca Vannini, 29 anni e dietista di
Grosseto. Il suo segreto? Dare un obiettivo per volta. «Più che fornire
una dieta - spiega Vannini - credo che sia fondamentale dare alle
persone una giusta educazione alimentare in modo che possa seguire degli
obiettivi passo dopo passo. Per questo faccio tenere a tutti i miei
pazienti un diario alimentare, in modo che possano diventare consapevoli
delle proprie abitudine e correggere i difetti».
Dieta mediterranea. Niente tempo perso a pesare gli
alimenti. Vannini, nella sua dieta, non elimina alcun tipo di alimento.
«Bisogna mangiare un po' di tutto, con dei limiti, certo, ma senza
privazioni. Tendenzialmente la mia dieta è composta dal 55% di
carboidrati, il 30% di grassi e il 15% di proteine. Bisogna non saltare
nessun pasto e imparare a fare attività fisica. Ci vuole costanza, ma i
risultati sono assicurati». Se la dieta Dukan propone una dieta
iperproteica, i dietologi della nostra regione continuano ad affermare
la forza della dieta mediterranea. Francesca Castrogiovanni,
nutrizionista di 43 anni che visita a Viareggio e Pisa, ne ha fatto il
suo cavallo di battaglia. «Rinunciare ai carboidrati non fa bene -
spiega- Certo, bisogna limitare la quantità, ma vanno mangiati tutti i
giorni. A pranzo 80 grammi di pasta al pomodoro con aggiunta di verdure
non possono mancare». Castrogiovanni punta alla dieta più adatta alle
abitudine e ai bisogni. «Non solo a nessuno piace soffrire, ma è anche
inutile. Una dieta che comporta dolore e privazioni è destinata a
fallire - spiega - E' fondamentale che il paziente apprenda un metodo di
comportamento alimentare sano da poter portare avanti lungo tutto la
sua vita».
Mangiare 5 volte al giorno. Un esempio? Mangiare
almeno cinque volte al giorno: colazione, spuntino con yogurt, pranzo
con pasta e verdura, spuntino con frutta e cena con proteine e verdura.
«Sono ammessi anche piccoli peccati di gola, come un dolce (ma solo alla
mattina) e un bicchiere di vino rosso al giorno - continua
Castrogiovanni - Fondamentale è poi l'attività fisica. Io consiglio
almeno una mezz'ora di camminata a passo ben spedito al giorno. Per i
più pigri può essere utile anche comprare il contapassi: se ne devono
contare almeno 10mila ogni giorno». La dieta mediterranea è anche alla
base del regime alimentare proposta da Stefania Capecchi, biologa
nutrizionista a Pistoia e Monsummano che insegna ai propri pazienti a
leggere le etichette dei cibi per imparare a riconoscere ciò che ci fa
bene e ciò che ci male. «Imparare a riconoscere ciò che mangiamo è
fondamentale, così riusciamo a scegliere come alimentarci meglio- spiega
- Un esempio? Il dado non andrebbe mai usato, meglio usare le erbe e
più peperoncino per dare sapore ai nostri piatti. Oppure preferire la
pasta e il pane integrali, sono ricchi di fibre e aiutano l'intestino».
Attenti alle intolleranze. Alessandro Lombardi,
medico, elbano, che dal 1995 ha adattato una dieta, da lui ideata per
gli sportivi, alle caratteristiche di ogni paziente. «Non parto dal
concetto che una persona sia in sovrappeso o meno, ma che necessiti di
ritrovare il suo equilibrio - spiega - Un organismo anche sedentario, ha
bisogno di accumulare energia tramite gli alimenti che assume, come li
consuma è la chiave». Per questo Lombardi prima di indicare il regime
alimentare da seguire effettua a ogni paziente un'analisi delle
intolleranze. «In base ai risultati elimino per un po' gli alimenti che
provocano intolleranza, per poi reinserirli gradatamente
nell'alimentazione. Detto ciò il paziente può consumare quello che
vuole, nella quantità in cui vuole. Basta non mangiare mai la stessa
pietanza sia a pranzo che a cena e consumare la frutta lontano dai
pasti».
Attività fisica. Un altro suggerimento è quello di
consumare sempre come prima pietanza la verdura: «Così siamo sicuri di
assumerne a sufficienza e dà anche il giusto senso di sazietà». E non
bisogna dimenticare la giusta attività fisica. «Importante è aumentare
quotidianamente lo sforzo e la durata. Per esempio cominciare facendo 10
addominali e aumentarle di due ogni volta che effettuiamo l'esercizio»,
spiega. Costanza e fiducia sono per tutti le parole chiavi, nessuno usa
il termine privazione. «Si possono limitare certe qualità di cibo per
un periodo - spiega Francesca Pazzia, medico che da anni lavora anche al
Centro obesità di Livorno - ma mai arrivare a privazioni totali.
Qualsiasi dieta si scelga di seguire deve essere creata in modo tale da
sposare le abitudini e le caratteristiche del paziente. E' un impegno,
ma non deve portare sofferenza. L'importante è capire che possiamo
scegliere uno stile alimentare più sano». (Il Tirreno)
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