Il problema delle ossa fragili interessa molte più persone di quanto si
possa credere. Sono molte, per esempio, le donne con l’osteoporosi – ma
anche gli uomini non ne sono esenti. Poi, la perdita di densità minerale
ossea che interessa le persone anziane espone a tutta una serie di
rischi, tra cui la predisposizione alle fratture.
Se prevenire è
meglio che curare, cosa c’è di meglio che prevenire in modo semplice e
piacevole? Un modo che soddisfa questi requisiti è la dieta mediterranea
che, se ricca di olio extravergine di oliva, può davvero promuover la
salute delle ossa. Questo, per lo meno, secondo un nuovo studio
pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, la rivista ufficiale della Endocrine Society.
I
ricercatori spagnoli sono partiti dal constatare che in Europa
l’incidenza di osteoporosi è inferiore rispetto agli altri continenti.
Un motivo ci deve essere, si saranno detti gli scienziati, e così hanno
ipotizzato che questo potesse ritrovarsi nella dieta mediterranea che
comprende un buon apporto di olive e olio da esse derivato.
«L’assunzione
di olio d’oliva è stata posta in relazione alla prevenzione
dell’osteoporosi in modelli sperimentali e in vitro – spiega il dottor
José Manuel Fernández-Real dell’Ospedale Dr. Josep Trueta di Girona, e
autore principale dello studio – Questo è il primo studio randomizzato
che dimostra che l’olio d’oliva conserva le ossa, almeno come si evince
dai marcatori ossei circolanti negli esseri umani».
Tutti i
partecipanti appartenevano a uno studio nazionale a lungo termine volto a
valutare l’effetto della dieta mediterranea nella prevenzione delle
malattie cardiovascolari. Si tratta di uno studio per gruppi paralleli,
randomizzato e controllato, che prende il nome di “Prevencion con Dieta
Mediterranea” (PREDIMED). Da questo studio, i ricercatori hanno preso a
caso 127 persone di età compresa tra i 55 e gli 80 anni. I soggetti non
presentavano diagnosi di precedenti malattie cardiovascolari, tuttavia
erano stati oggetto di diagnosi di diabete di tipo 2 o presentavano
almeno tre fattori di rischio cardiovascolare come ipertensione,
dislipidemia (un’elevata presenza di grassi nel sangue) o una storia
familiare di malattie cardiovascolari premature.
I volontari sono poi stati suddivisi a caso in tre distinti gruppi.
Gli
appartenenti al primo gruppo avrebbero seguito la dieta mediterranea
integrata di frutta secca; gli appartenenti al secondo gruppo quella
integrata da olio extravergine di oliva; gli appartenenti al terzo e
ultimo gruppo una dieta povera di grassi.
All’inizio e durante il
periodo di follow-up sono stati prelevati a digiuno dei campioni di
sangue per analizzare i livelli di biochimici di osteocalcina, glucosio,
colesterolo totale, colesterolo HDL e trigliceridi.
Le analisi
condotte hanno permesso ai ricercatori di rilevare che negli
appartenenti al gruppo “olio d’oliva” vi era un significativo aumento
delle concentrazioni di osteocalcina totale e altri marker (marcatori)
della formazione ossea. Altro dato degno di nota è che il Calcio sierico
è aumentato – sempre nei soggetti che hanno assunto l’olio extravergine
d’oliva – rispetto a coloro che avevano seguito le altre due diete che,
per contro, hanno invece visto una diminuzione di questo Calcio.
Infine,
anche la secrezione d’insulina è stata notata essere maggiormente
preservata nei soggetti del gruppo olio d’oliva, suggerendo che una
maggiore concentrazione di osteocalcina ha un effetto positivo anche in
questo ambito.
Ecco dunque un altro studio che conferma come gli
ingredienti della nostra cara dieta mediterranea possano fare la
differenza per quel che riguarda la salute delle ossa, ma anche della
salute in generale. (fonte: lm&sdp)
venerdì 17 agosto 2012
venerdì 10 agosto 2012
La Dieta Mediterranea fa bene all'amore
Ecco il consiglio: da oggi fate largo uso di pasta, olio di oliva,
cereali, frutta fresca, verdure, pesce e latticini, perchè pare proprio
che la dieta mediterranea aiuti ad esprimersi al meglio sotto le lenzuola.
Dieta mediterranea elisir di lunga vita sessuale quindi, parola di esperti. ‘I cibi freschi della cucina mediterranea, favorendo il benessere generale, possono concorrere a una buona vita sessuale: le loro proprietà antiossidanti hanno effetti benefici sulla salute delle arterie e, di conseguenza, sulle prestazioni sessuali: mangiare mediterraneo migliora la performance nel maschio e aiuta la donna a sentirsi meglio con la propria sessualita’, sottolinea Katherine Esposito, del Dipartimento di Geriatria e malattie del metabolismo alla II Università di Napoli.
La dieta mediterranea, considerata dall’Unesco patrimonio dell’umanità da novembre 2010, ‘è caratterizzata da un modello nutrizionale - spiega l’esperta – rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie. Il tutto accompagnato da vino o infusi’.
Ai benefici già noti di questo regime alimentare, gli esperti affiancano adesso gli effetti sulla sessualità. ‘Una serie di osservazioni cliniche e di studi di intervento – illustra Esposito – ha dimostrato che l’elisir di lunga vita si applica anche alla sfera sessuale. L’adesione ai principi della dieta mediterranea ha notevolmente migliorato il vissuto sessuale di pazienti che allo stato basale erano affetti da disfunzione erettile (uomini obesi o con sindrome metabolica, una costellazione di fattori di rischio per malattie cardiovascolari e diabete) o da disturbi sessuali femminili’.
Insomma, la dieta mediterranea riesce a ridare entusiasmo proprio a tutti.. alla faccia di quelli che consigliano di evitare i carboidrati… a che serve fare il calcolo delle calorie se poi si bruciano sotto le lenzuola?
Dieta mediterranea elisir di lunga vita sessuale quindi, parola di esperti. ‘I cibi freschi della cucina mediterranea, favorendo il benessere generale, possono concorrere a una buona vita sessuale: le loro proprietà antiossidanti hanno effetti benefici sulla salute delle arterie e, di conseguenza, sulle prestazioni sessuali: mangiare mediterraneo migliora la performance nel maschio e aiuta la donna a sentirsi meglio con la propria sessualita’, sottolinea Katherine Esposito, del Dipartimento di Geriatria e malattie del metabolismo alla II Università di Napoli.
La dieta mediterranea, considerata dall’Unesco patrimonio dell’umanità da novembre 2010, ‘è caratterizzata da un modello nutrizionale - spiega l’esperta – rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie. Il tutto accompagnato da vino o infusi’.
Ai benefici già noti di questo regime alimentare, gli esperti affiancano adesso gli effetti sulla sessualità. ‘Una serie di osservazioni cliniche e di studi di intervento – illustra Esposito – ha dimostrato che l’elisir di lunga vita si applica anche alla sfera sessuale. L’adesione ai principi della dieta mediterranea ha notevolmente migliorato il vissuto sessuale di pazienti che allo stato basale erano affetti da disfunzione erettile (uomini obesi o con sindrome metabolica, una costellazione di fattori di rischio per malattie cardiovascolari e diabete) o da disturbi sessuali femminili’.
Insomma, la dieta mediterranea riesce a ridare entusiasmo proprio a tutti.. alla faccia di quelli che consigliano di evitare i carboidrati… a che serve fare il calcolo delle calorie se poi si bruciano sotto le lenzuola?
martedì 7 agosto 2012
Più salute con le 10 regole della Dieta Med-Italiana
La dieta mediterranea migliora davvero la salute,
soprattutto se si osservano alcune regole. Il decalogo salva-benessere è
stato stilato da Catherine Itsiopoulos del Centro di Dietologia della
La Trobe University (Australia): la punta di diamante, spiega Itsiopoulos, è sempre stato e rimane l'olio d'oliva,
«un grasso monoinsaturo che contribuisce a migliorare l'equilibrio del
colesterolo buono e di quello cattivo». Compresa, ovviamente, la 'versione' extravergine, «ricca di antiossidanti».
Diversi studi hanno già dimostrato, in passato, gli effetti positivi della dieta mediterranea sulla salute e sul benessere in generale e gli effetti benefici su pazienti anche delicati, come quelli che soffrono di diabete di tipo 2. «Attualmente - spiega Itsiopoulos - stiamo lavorando su nuovi studi per capire gli effetti della dieta mediterranea sulla depressione e sulla steatosi epatica».
Dieci sono, secondo Itsiopoulos, i principi fondamentali per l'attuazione di una dieta sana in stile mediterraneo:
Diversi studi hanno già dimostrato, in passato, gli effetti positivi della dieta mediterranea sulla salute e sul benessere in generale e gli effetti benefici su pazienti anche delicati, come quelli che soffrono di diabete di tipo 2. «Attualmente - spiega Itsiopoulos - stiamo lavorando su nuovi studi per capire gli effetti della dieta mediterranea sulla depressione e sulla steatosi epatica».
Dieci sono, secondo Itsiopoulos, i principi fondamentali per l'attuazione di una dieta sana in stile mediterraneo:
- Utilizzare l'olio di oliva come grasso aggiunto principale (60 ml/giorno)
- Mangiare verdura a ogni pasto (100 g di verdure a foglia verde e 100 g di pomodori, 200g per le altre verdure)
- Includere almeno due pasti di legumi (250 g l'una) a settimana
- Mangiare almeno due porzioni di pesce (150-200g l'una) a settimana, includendo il pesce azzurro
- Mangiare carne (manzo, agnello, maiale e pollo) non più di una volta a settimana
- Mangiare frutta fresca tutti i giorni e frutta secca come snack o dessert
- Mangiare yogurt tutti i giorni, ma formaggio con moderazione
- Includere nei pasti pane e cereali integrali
- Consumare con moderazione vino (1-2 bicchieri al giorno) sempre durante i pasti
- Riservare il consumo di dolci e bevande dolci per le occasioni speciali. (Fonte: M.C. Sole 24 Ore)
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mercoledì 1 agosto 2012
Mangiare verdura aiuta a diminuire le calorie
Consumare un bel piatto di insalata all’inizio del pasto
rappresenta una buona e sana abitudine perché, oltre a migliorare la
digestione, riduce il senso di pesantezza e di gonfiore addominale;
inoltre, grazie all’ottimo potere saziante, aiuta a mangiare di meno.
Un gruppo di ricercatori della Pennsylvania State University ha voluto verificare quanto il consumo prima del pasto di un piatto di verdure incida anche sul bilancio delle calorie. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica “Appetite”, è stato condotto su un gruppo di 46 donne di età compresa tra i 20 e i 45 anni di età, che nel periodo del test non stava seguendo nessun regime dietetico particolare.
Per diversi giorni alle pazienti è stato chiesto di seguire un programma alimentare che comprendeva una porzione di insalata da 300 grammi (circa 100 chilocalorie) e un primo piatto composto da tortellini al sugo di pomodoro che invece poteva essere consumato in quantità a piacimento.
Durante l’esperimento la porzione di verdura è stata servita con modalità e tempistiche diverse: una porzione fissa o libera da consumare durante il pasto o 20 minuti prima, mentre a pranzo si prevedeva solo il consumo del piatto di tortellini senza la porzione di insalata.
Alla fine i risultati hanno evidenziato come le verdure siano efficaci a ridurre le calorie a prescindere dal momento in cui vengono consumate, a patto però che la porzione sia consistente.
Di conseguenza non ci possiamo aspettare un grande effetto saziante da un piatto di sola insalata che mediamente si aggira sui 50-60 grammi, ma per raggiungere l’obiettivo basterà arricchire la nostra insalata con carote, pomodori, sedano, peperoni o cetrioli che oltre a rendere la pietanza più “pesante” e voluminosa apportano un grande quantitativo di micronutrienti e antiossidanti, fondamentali per il benessere del nostro organismo.
Cosa fare invece se il digiuno è prolungato? In questi casi si sa che, specialmente quando non si mangia da parecchie ore, le cattive abitudini tendono a prendere il soppravvento e si è indotti a consumare cibi ipercalorici.
Una ricerca pubblicata su “Archives of Internal Medicine”, condotta presso il Cornell’s Food and Brand Lab negli Usa, ha evidenziato come il 75% dei soggetti ai quali era stato chiesto di digiunare per 18 ore abbia poi scelto per il pasto successivo cibi ricchi di proteine e carboidrati anziché frutta e verdura. Nei soggetti invece non sottoposti a una così lunga privazione del cibo, la percentuale è scesa al 44%.
Secondo il coordinatore dello studio, per chi si trova a dover digiunare molto spesso per cause di forza maggiore (motivi religiosi o medici, ma anche semplice mancanza di tempo) la scelta più appropriata è quella di iniziare il pasto con cibi a basso contenuto calorico, come verdura o frutta. (fonte: Coldiretti)
Un gruppo di ricercatori della Pennsylvania State University ha voluto verificare quanto il consumo prima del pasto di un piatto di verdure incida anche sul bilancio delle calorie. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica “Appetite”, è stato condotto su un gruppo di 46 donne di età compresa tra i 20 e i 45 anni di età, che nel periodo del test non stava seguendo nessun regime dietetico particolare.
Per diversi giorni alle pazienti è stato chiesto di seguire un programma alimentare che comprendeva una porzione di insalata da 300 grammi (circa 100 chilocalorie) e un primo piatto composto da tortellini al sugo di pomodoro che invece poteva essere consumato in quantità a piacimento.
Durante l’esperimento la porzione di verdura è stata servita con modalità e tempistiche diverse: una porzione fissa o libera da consumare durante il pasto o 20 minuti prima, mentre a pranzo si prevedeva solo il consumo del piatto di tortellini senza la porzione di insalata.
Alla fine i risultati hanno evidenziato come le verdure siano efficaci a ridurre le calorie a prescindere dal momento in cui vengono consumate, a patto però che la porzione sia consistente.
Di conseguenza non ci possiamo aspettare un grande effetto saziante da un piatto di sola insalata che mediamente si aggira sui 50-60 grammi, ma per raggiungere l’obiettivo basterà arricchire la nostra insalata con carote, pomodori, sedano, peperoni o cetrioli che oltre a rendere la pietanza più “pesante” e voluminosa apportano un grande quantitativo di micronutrienti e antiossidanti, fondamentali per il benessere del nostro organismo.
Cosa fare invece se il digiuno è prolungato? In questi casi si sa che, specialmente quando non si mangia da parecchie ore, le cattive abitudini tendono a prendere il soppravvento e si è indotti a consumare cibi ipercalorici.
Una ricerca pubblicata su “Archives of Internal Medicine”, condotta presso il Cornell’s Food and Brand Lab negli Usa, ha evidenziato come il 75% dei soggetti ai quali era stato chiesto di digiunare per 18 ore abbia poi scelto per il pasto successivo cibi ricchi di proteine e carboidrati anziché frutta e verdura. Nei soggetti invece non sottoposti a una così lunga privazione del cibo, la percentuale è scesa al 44%.
Secondo il coordinatore dello studio, per chi si trova a dover digiunare molto spesso per cause di forza maggiore (motivi religiosi o medici, ma anche semplice mancanza di tempo) la scelta più appropriata è quella di iniziare il pasto con cibi a basso contenuto calorico, come verdura o frutta. (fonte: Coldiretti)
Diete d'estate: i consigli per restare in forma
Le tanto agognate vacanze sono, per molti, finalmente giunte. Le zone di
villeggiatura si riempiono di turisti e vacanzieri che, dopo magari
mesi di rinunce e sacrifici per ritrovare la linea in vista della prova
bikini, possono mettere a rischio la propria forma grazie all’atmosfera
di rilassamento che le vacanze portano con sé.
Le tentazioni a tavola sono ovunque e spesso si travestono da happy hour, cene fuori, ritrovi con amici e via così. Il problema è che, altrettanto spesso, è difficile dire di no: un po’ per non sembrare scortesi o per non fare la figura dell’antipatica. Solo che, a forza di dire Sì, può capitare di mandare a monte tutti nostri propositi e tornare a casa dopo le vacanze con un indesiderato bagaglio in più: qualche chilo di troppo.
Che fare, allora, quando la dieta è appena iniziata oppure non si vuole perdere l’effetto ottenuto con tanto impegno e costanza?
A Melarossa lo hanno domandato al dottor Luca Piretta, nutrizionista della SISA, che offre qualche anche per imparare a gestire al meglio il menù trasformandolo in una versione estiva.
Ha qualche consiglio per le persone che hanno appena iniziato la dieta? È vero che dimagrire d’estate è ancora più difficile?
«Il primo consiglio da dare a chi fa una dieta è quello di non avere fretta e di non pensare che le diete dimagranti abbiano una scadenza. Non è vero che d’estate sia più difficile, anzi può essere utile sfruttare l’effetto anoressizzante del caldo…».
E per chi è in mantenimento?«A chi ha già raggiunto un risultato accettabile e sta facendo il mantenimento vorrei dire che le vacanze devono essere considerate come un periodo per non ingrassare piuttosto che per dimagrire. L’aspetto psicologico è importantissimo e quindi anche concedersi delle pause dalla dieta può essere gratificante. Questo permette poi di aderire al concetto che dalla “dieta” non ci si può distaccare mai in modo definitivo, quindi le pause ogni tanto possono essere utili».
Spesso in vacanza le possibilità di essere a cena fuori aumentano, quali piatti bisognerebbe preferire in quelle occasioni? «Consiglio di evitare i primi piatti e concentrarsi sui secondi a base di pesce e contorni. Questo perché i carboidrati alla sera, non venendo bruciati dalle attività fisiche e psichiche durante la notte, tendono a depositarsi sotto forma di grasso».
Tutti sanno che i condimenti del ristorante non sono adatti ad una dieta ipocalorica, è consigliabile in questo caso chiedere un condimento a parte in modo da potersi regolare da soli?«Si, in particolare sui contorni. Per chi fa una dieta dimagrante è necessario ridurre l’olio e preferire aceto e limone».
Esistono dei cibi o spezie che sarebbe meglio evitare d’estate?«Alcune spezie come il peperoncino possono accentuare la sudorazione, ma sostanzialmente direi che non esistono particolari controindicazioni».
Il pranzo al sacco è una realtà diffusa specialmente sulle spiagge, in caso di dieta ipocalorica cosa consiglia di portare?«Conviene portare insalata di lattuga, pomodori e carote fresche, con del tonno o un uovo sodo, e dopo, come frutta, il cocomero o il melone. In questo modo apportiamo una buona quantità di acqua e sali minerali».
Spesso la gola ed il bisogno di qualcosa di fresco ci portano a mangiare il triplo della frutta prevista nella dieta, c’è qualche controindicazione? «Sostanzialmente no se la frutta sostituisce alcuni alimenti, come per esempio il pane , e non è semplicemente un’aggiunta a un ricco pasto».
Molte persone d’estate sostituiscono uno dei pasti principali con frutta di stagione o con gelati. Si può fare?«Direi di sì se non avviene tutti i giorni, se ci si è assicurati di fare una buona prima colazione e consumare più spuntini leggeri durante la giornata».
Se si vuole inserire un gelato nella dieta, quale si può scegliere? «È meglio propendere per un gelato di frutta, magari insieme a una macedonia di frutta fresca».
Se si interrompe la dieta senza un adeguato mantenimento solo per trascorrere delle vacanze in libertà, si corre il rischio di riprendere tutto il peso perso?«Forse non tutto il peso ma il rischio di riprenderne una buona parte c’è. Ripeto, la dieta può essere sospesa, messa in stand-by per un breve periodo, a patto però che si rispettino delle regole minime di attenzione. Poi va ripresa».
Con le vacanze, si riduce e/o modifica spesso anche l’attività fisica, dobbiamo rivedere la nostra dieta in rapporto a questo cambiamento?«Non vedo perché d’estate si debbano ridurre le attività fisiche, anzi la vita all’aria aperta, la spiaggia e le passeggiate dovrebbero favorirla, ma se proprio dovesse accadere allora diventa necessario adeguare il regime alimentare al nuovo stato di dispendio energetico ridotto».
Come avete visto non c’è bisogno di impazzire dai dubbi e, con alcuni accorgimenti, è possibile godere appieno delle vacanze, accontentando anche il palato. (fonte: lm&sdp)
Le tentazioni a tavola sono ovunque e spesso si travestono da happy hour, cene fuori, ritrovi con amici e via così. Il problema è che, altrettanto spesso, è difficile dire di no: un po’ per non sembrare scortesi o per non fare la figura dell’antipatica. Solo che, a forza di dire Sì, può capitare di mandare a monte tutti nostri propositi e tornare a casa dopo le vacanze con un indesiderato bagaglio in più: qualche chilo di troppo.
Che fare, allora, quando la dieta è appena iniziata oppure non si vuole perdere l’effetto ottenuto con tanto impegno e costanza?
A Melarossa lo hanno domandato al dottor Luca Piretta, nutrizionista della SISA, che offre qualche anche per imparare a gestire al meglio il menù trasformandolo in una versione estiva.
Ha qualche consiglio per le persone che hanno appena iniziato la dieta? È vero che dimagrire d’estate è ancora più difficile?
«Il primo consiglio da dare a chi fa una dieta è quello di non avere fretta e di non pensare che le diete dimagranti abbiano una scadenza. Non è vero che d’estate sia più difficile, anzi può essere utile sfruttare l’effetto anoressizzante del caldo…».
E per chi è in mantenimento?«A chi ha già raggiunto un risultato accettabile e sta facendo il mantenimento vorrei dire che le vacanze devono essere considerate come un periodo per non ingrassare piuttosto che per dimagrire. L’aspetto psicologico è importantissimo e quindi anche concedersi delle pause dalla dieta può essere gratificante. Questo permette poi di aderire al concetto che dalla “dieta” non ci si può distaccare mai in modo definitivo, quindi le pause ogni tanto possono essere utili».
Spesso in vacanza le possibilità di essere a cena fuori aumentano, quali piatti bisognerebbe preferire in quelle occasioni? «Consiglio di evitare i primi piatti e concentrarsi sui secondi a base di pesce e contorni. Questo perché i carboidrati alla sera, non venendo bruciati dalle attività fisiche e psichiche durante la notte, tendono a depositarsi sotto forma di grasso».
Tutti sanno che i condimenti del ristorante non sono adatti ad una dieta ipocalorica, è consigliabile in questo caso chiedere un condimento a parte in modo da potersi regolare da soli?«Si, in particolare sui contorni. Per chi fa una dieta dimagrante è necessario ridurre l’olio e preferire aceto e limone».
Esistono dei cibi o spezie che sarebbe meglio evitare d’estate?«Alcune spezie come il peperoncino possono accentuare la sudorazione, ma sostanzialmente direi che non esistono particolari controindicazioni».
Il pranzo al sacco è una realtà diffusa specialmente sulle spiagge, in caso di dieta ipocalorica cosa consiglia di portare?«Conviene portare insalata di lattuga, pomodori e carote fresche, con del tonno o un uovo sodo, e dopo, come frutta, il cocomero o il melone. In questo modo apportiamo una buona quantità di acqua e sali minerali».
Spesso la gola ed il bisogno di qualcosa di fresco ci portano a mangiare il triplo della frutta prevista nella dieta, c’è qualche controindicazione? «Sostanzialmente no se la frutta sostituisce alcuni alimenti, come per esempio il pane , e non è semplicemente un’aggiunta a un ricco pasto».
Molte persone d’estate sostituiscono uno dei pasti principali con frutta di stagione o con gelati. Si può fare?«Direi di sì se non avviene tutti i giorni, se ci si è assicurati di fare una buona prima colazione e consumare più spuntini leggeri durante la giornata».
Se si vuole inserire un gelato nella dieta, quale si può scegliere? «È meglio propendere per un gelato di frutta, magari insieme a una macedonia di frutta fresca».
Se si interrompe la dieta senza un adeguato mantenimento solo per trascorrere delle vacanze in libertà, si corre il rischio di riprendere tutto il peso perso?«Forse non tutto il peso ma il rischio di riprenderne una buona parte c’è. Ripeto, la dieta può essere sospesa, messa in stand-by per un breve periodo, a patto però che si rispettino delle regole minime di attenzione. Poi va ripresa».
Con le vacanze, si riduce e/o modifica spesso anche l’attività fisica, dobbiamo rivedere la nostra dieta in rapporto a questo cambiamento?«Non vedo perché d’estate si debbano ridurre le attività fisiche, anzi la vita all’aria aperta, la spiaggia e le passeggiate dovrebbero favorirla, ma se proprio dovesse accadere allora diventa necessario adeguare il regime alimentare al nuovo stato di dispendio energetico ridotto».
Come avete visto non c’è bisogno di impazzire dai dubbi e, con alcuni accorgimenti, è possibile godere appieno delle vacanze, accontentando anche il palato. (fonte: lm&sdp)
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