mercoledì 19 settembre 2012

Gli italiani fanno ancora troppi errori a tavola

«Gli italiani fanno ancora troppi errori a tavola». Così Andrea Ghiselli, ricercatore dell'Istituto Nazionale di Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione (Inran), sintetizza i risultati dell'Indagine nazionale sui consumi alimentari in Italia condotta dall'Istituto su oltre tremila persone fra il 2005 e il 2006, i cui risultati definitivi sono stati pubblicati di recente.

INDAGINE – I partecipanti sono stati arruolati in tutto il Paese ed è stato chiesto loro di compilare un diario alimentare per tre giorni consecutivi, bilanciando giorni festivi e feriali e ripetendo la rilevazione in diversi momenti dell'anno per tenere conto della variabilità stagionale. Uno dei risultati più evidenti è che nonostante tutte le raccomandazioni a non farlo, tuttora trascuriamo la colazione: c'è chi beve solo un caffè, chi magari aggiunge due biscotti, così in media il primo pasto della giornata è meno abbondante del dovuto. «Dovremmo introdurre il 20 per cento delle calorie, arriviamo appena all'11 per cento. Risultato, a pranzo siamo affamati e mangiamo di più – riferisce Ghiselli –. Poi, per correre ai ripari e smaltire il peso, si fa un altro sbaglio: anziché ridurre in modo equilibrato l'apporto calorico la maggioranza taglia solo pane e pasta, senza diminuire proteine e grassi che consumiamo in eccesso». Il pranzo resta il pasto più amato, visto che introduciamo a mezzogiorno circa il 43 per cento delle calorie giornaliere; poi però, complice la colazione scarsa, a cena esageriamo e arriviamo al 38 per cento delle calorie, decisamente troppe per il pasto che precede il riposo.

ALIMENTI – E se la distribuzione dei pasti non è ideale, non va meglio con le scelte alimentari: per il consumo di frutta e verdura, con 418 grammi al giorno, siamo appena sopra al minimo sindacale indicato dalla FAO (400 grammi). Il frutto preferito degli italiani è la mela, mentre le verdure che scegliamo più spesso, escludendo il pomodoro in tutte le sue forme (come le conserve) sono lattuga e carote. Ci confermiamo amanti di pasta, pane e pizza che la fanno da padroni sulle nostre tavole: oltre il 90 per cento del campione li ha portati in tavola almeno una volta nei tre giorni dell'indagine e in media mangiamo quasi un etto di pane al giorno a cui si aggiungono 50 grammi di pasta. Fra i formaggi stravince la mozzarella, il merluzzo è il pesce preferito dalla maggioranza. Tuttavia pesce e uova, alimenti salutari e buoni, vengono consumati una volta alla settimana soltanto dal 70 per cento degli italiani. Che oltretutto snobbano i legumi, fra i cibi più salutari a nostra disposizione: li mangia una volta a settimana solo un italiano su tre.

TROPPA CARNE – In compenso è davvero troppa la carne, fresca e conservata: mangiamo in media 700 grammi di carne rossa alla settimana, mentre l'International Agency for Research on Cancer consiglia di limitarsi a 400 per non aumentare il rischio di tumore. Amiamo soprattutto la carne di bovino, rispetto al pollo e altre carni bianche: insomma, un vero disastro. «Introduciamo il doppio delle quantità raccomandate di salumi e in media una porzione di carne al giorno mentre i legumi, fonte di proteine e preziose fibre, li mangiamo meno di una volta alla settimana – spiega Ghiselli –. Basterebbe sostituire due-tre porzioni di carne con fagioli, lenticchie o ceci per migliorare l'alimentazione e anche dimagrire: abbiamo infatti il poco invidiabile primato della popolazione più sovrappeso d'Europa». Questo probabilmente anche grazie all'amore per le bevande zuccherate: il 10-15 per cento degli italiani consuma quotidianamente bevande a base di cola o succhi di frutta, un vero concentrato di calorie. (fonte: Elena Meli)

sabato 15 settembre 2012

Michelle Obama invitata il 27 ottobre in Italia per la Dieta Med-Italiana


Salento – Dopo l’atto ufficiale di assegnazione onoraria dell’ulivo di 1.400 anni denominato “La Regina” alla First Lady Usa Michelle Obama firmato la primavera scorsa, è giunto il momento di passare, come dire, alla sostanza e per sabato 27 ottobre 2012 è stata infatti fissata la data per celebrare il “Michelle Obama Med-Italian Diet Day”, ossia la giornata in cui saranno raccolte le olive del “suo” albero, saranno molite e sarà prodotto e imbottigliato l’ottimo olio extravergine destinato a condire per un anno la vita della famiglia Obama.

Arriva così a compimento la promessa fatta il 25 maggio scorso, quando, nell’ambito del Festival della Dieta Med-Italiana, la Provincia di Lecce, l’Istituto Costa, la Camera di Commercio, la Coldiretti, la Cooperativa Sant’Anna e la proprietaria dell’albero, la sig.ra Ines Maria Antonucci, hanno firmato l’atto di assegnazione e hanno annunciato che tutto l’olio nuovo che sarebbe stato prodotto dall’ulivo ultramillenario di Michelle Obama sarebbe poi stato consegnato alla First Lady e alla sua famiglia.

Michelle Obama e le sue due figlie hanno già ricevuto l’invito ufficiale da parte della Provincia di Lecce ma, dato che le elezioni presidenziali americane avranno luogo proprio nella settimana successiva, e precisamente il 6 novembre, probabilmente la First Lady sarà impegnata al fianco del marito, a meno che una visita in Europa non possa addirittura contribuire in qualche modo alla campagna elettorale. Sono stati invitati a partecipare in prima persona alla particolare iniziativa del 27 ottobre anche l’ambasciatore americano a Roma David Thorne ed il console generale a Napoli Donald L. Moore.

Ad accogliere gli illustri ospiti e a curare la giornata saranno i promotori dell’iniziativa, Antonio Gabellone e Francesco Pacella (rispettivamente presidente e assessore all’agricoltura della Provincia di Lecce), Addolorata Mazzotta (dirigente dell’Istituto Galilei Costa) con i docenti della scuola referenti del progetto “Dieta Med-Italiana”, Alfedo Prete (presidente della Camera di Commercio), Pantaleo Piccinno (presidente di Coldiretti Lecce), Michele Doria (presidente della Cooperativa Sant’Anna), Ines Maria Antonucci (proprietaria del terreno che ospita l’albero monumentale), il tutto insieme alle autorità locali quali il Prefetto Giuliana Perrotta, il sindaco di Lecce Paolo Perrone, il sindaco di Vernole Mario Mangione, il delegato provinciale all’istruzione Antonio Del Vino e la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Marcella Rucco.

Questo importante evento è inserito nel contesto dell’ “Autunno della Dieta Med-Italiana”, una ricca kermesse di iniziative che, nei prossimi mesi di ottobre, novembre e dicembre contribuiranno ad accentuare l’interesse degli esperti e del pubblico sulle proprietà e sui benefici della Dieta Mediterranea nostrana.

Sabato 27 ottobre, quindi, a partire dal mattino, gli studenti della classe 4B dell’Istituto Costa (da quest’anno “Istituto Galilei Costa”) con la partecipazione di una rappresentanza di alunni delle scuole elementari e medie di Vernole e con la guida e l’aiuto dello staff esperto di Coldiretti Lecce, raccoglieranno tutte le olive della “Regina”, le quali saranno poi trasportate presso il frantoio della Cooperativa Sant’Anna di Vernole dove saranno molite e dove sarà prodotto ed imbottigliato, sempre in giornata, il preziosissimo nettare d’oro verde.

Ricordiamo che il motivo per cui le autorità del territorio salentino hanno deciso di riservare a Michelle Obama un tale “premo” risiede nel grande impegno con cui in questi ultimi anni la First Lady si è prodigata a promuovere in America, soprattutto alle nuove generazioni e alle famiglie, uno stile di vita basato sui dettami della Dieta Mediterranea attraverso il suo movimento “Let’s move!”. Uno stile di vita che comprende sia una sana e buona alimentazione che una maggiore e più intensa attività fisica. Il prestigioso riconoscimento è carico di significati, a partire dal simbolo “ulivo” in sé, che rappresenta da sempre un emblema di pace, di fratellanza e di sostenibilità ambientale. Non meno importante poi l’età della pianta, stimata ad essere non inferiore a 1.400 anni, che così rappresenta una grande icona di importanza storica e italiana.

sabato 1 settembre 2012

Il cibo spazzatura danneggia il cervello

Mangiare il cibo cosiddetto spazzatura fa male, si sa. Fa male all’apparato cardiocircolatorio e a quello digestivo – anche questo si sapeva. Quello che invece forse non si sapeva è che il cibo spazzatura può anche favorire il declino cognitivo e la demenza.

Il danno al cervello causato dalla dieta scorretta avverrebbe per via indiretta, suggerisce lo studio dei ricercatori statunitensi della Brown University. Per via indiretta perché il cibo spazzatura va a provocare un aumento dei livelli di colesterolo e della pressione arteriosa. Questo processo va a limitare o interrompere il flusso di sangue che giunge al cervello: da qui il danno e la possibile conseguenza in perdita di capacità cognitiva.

In base a quanto riportato da New Scientist, la dottoressa Suzanne de la Monte e colleghi della Brown hanno condotto uno studio, prima su modello animale e poi sull’uomo, che mette in evidenza il ruolo dei grassi e degli zuccheri nel controllo dell’insulina da parte del cervello, arrivando a ipotizzare che, in qualche modo, l’Alzheimer potrebbe essere una sorta di “diabete del cervello”.
Analogamente a quanto avviene nell’organismo quando si sviluppa una resistenza all’insulina – il processo che presiede alla conversione del glucosio in energia – anche il cervello ha bisogno dell’insulina per regolare le sostanze chimiche cerebrali che presiedono alle funzioni quali la memoria e l’apprendimento. Allo stesso questo processo modo è importante per creare, mantenere e rafforzare le connessioni neurali, così come mantenere in salute e attivi i vasi sanguigni che portano l’ossigeno al cervello.

In base al loro studio, i ricercatori hanno dunque ipotizzato che il cibo spazzatura possa avere un ruolo nella malattia di Alzheimer, giacché andrebbe a impedire alle cellule cerebrali di rispondere in modo adeguato all’insulina. Lo hanno pensato dopo aver testato gli effetti di un composto che impediva al cervello dei topi di utilizzare l’insulina.
L’effetto di questa privazione non si fatto attendere e ha mostrato sorprendenti risultati.
I topi «sono diventati dementi – ha commentato de la Monte – Non potevano apprendere o ricordare».

Infine, dopo che gli autori hanno testato gli effetti di una dieta ricca di grassi e zuccheri su volontari umani, hanno constatato che dopo un mese di assunzione di cibo spazzatura i livelli di insulina e beta-amiloide (la nota placca indice della malattia di Alzheimer) erano aumentati.
Se dunque il cibo spazzatura che è ritenuto una delle cause di diabete di tipo 2 può anche essere causa del “diabete del cervello” e provocare la demenza o l’Alzheimer, i ricercatori si dicono preoccupati perché i casi di diabete di tipo 2 sono in costante aumento nel mondo, così come quelli di demenza, e si stanno trasformando in una vera e propria epidemia.
Qualcuno ha ancora voglia di cibo spazzatura? (fonte: lm&sdp)